Venti anni fa la stragrande maggioranza degli italiani si schierò
contro l'uso civile dell'energia nucleare in un referendum popolare
viziato da incomprensione, ignoranza, manipolazione di dati e paura.
La responsabilità prima fu dei partiti di massa, dc, pci e psi , che cavalca
rono l'emozione e il terrore dei cittadini per la tragedia di Cernobil con le solite
strumentalizzazioni di politica d'accatto. Una vergogna nazionale. A quel
tempo l'Italia era il terzo Paese al mondo nello studio scientifico e di ri
cerca sulle risorse energetiche atomiche, con tre centrali nucleari già in
funzione con ottimi risultati e con prospettive allettanti. In un giorno tutto fu
distrutto, poi le tre centrali furono smantellate, altre in costruzione o progetto
furono bloccate, le ricerche divennero un "insulto" alle "straordinarie" risorse
ambientali e turistiche del Bel Paese. Cosa sarebbe accaduto dell'Italia se quel
giorno le cose fossero andate nel verso giusto, se avessimo seguito l'esempio di
Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia ? Oggi non avremmo pro
babilmente i problemi di approvvigionamento energetico e affronteremmo
con minore ansietà e costi le crisi economiche mondiali... Si può dire che quel
giorno infausto si ipotecò il futuro degli italiani sull'altare del nulla.
Prima o poi le risorse petrolifere e di gas e dello stesso carbone finiranno,
i costi degli stessi diventeranno proibitivi e nessuno può
prevedere come andrà a finire con le famose energie rinnovabili,
solari ed eoliche. Esse hanno capacità del tutto insufficienti per un
Paese industriale e moderno.
I profeti di sventura, i teorici del catastrofismo dietro la porta, sono stati netta-
mente smentiti. Molti di essi dichiarano ora di essersi pentiti (troppo facile).
Aiutarono allora chi addirittura mandò davanti ai giudici l'uomo e lo scienziato
che più si prodigò per il nucleare: Felice Ippolito che fu accusato e
condannato per presunti reati quale presidente del CNEN, appunto il Comitato
per il Nucleare. Per fortuna di tutti, Ippolito fu poi graziato dal Capo dello Stato.
Cose italiane. Intanto in Francia si costruirono 54 centrali che ora forniscono
energia elettrica a mezza Italia a prezzo d'oro. Nel mondo sono oltre seicento:
anche i Paesi produttori di petrolio, pensano al futuro, ed hanno centrali atomiche in
funzione o in progetto. Chi le costruisce? I francesi, naturalmente, che le "offrono
chiavi in mano".
L'Italia era insomma all'avanguardia ed ora ci ripensa. Ci siamo resi conto che in venti
anni non ci sono stati altri incidenti di rilievo nelle centrali moderne: non ci sono
stati più né morti né feriti o contaminati. Siamo rimasti indietro ed è ora difficile
riprendere il cammino interrotto: per costruire una centrale nucleare ci vogliono molti
anni in genere: da noi bisogna almeno raddoppiarli o triplicarli visto che non si riesce in
tempi ragionevoli a realizzare una discarica di rifiuti urbani.
Intanto sono stati già mobilitati gli antinuclearisti di ferro. Attendiamo, dicono. Ora si costruiscono impianti di terza generazione, aspettiamo la "quarta" che sarà più affidabile e
meno costosa. Forse sarà così, ma nell'attesa chi può trascurare l'ipotesi di un "blackout"
elettrico totale? E' come se i medici, in attesa della scoperta di un vaccino contro il cancro
- di là da venire - rinunciassero alle cure di qualsiasi tipo attualmente in uso, anche se
se, ora, non sono definitive.