“Possiamo essere la generazione che metterà
fine alla povertà e alle malattie.
Le sfide più importanti necessitano di risposte a livello globale:
nessun Paese è in grado di combattere il cambiamento climatico
o di prevenire pandemie da solo”.
dal discorso di Mark Zuckerberg ad Harvard, maggio 2017
Giovani e meno giovani, pensionati e studenti, uomini e donne: milioni di persone, grazie all’intuizione di Mark Zuckerberg, sono partite alla conquista del proprio momento di celebrità virtuale. Stiamo parlando di Facebook, ovviamente, il più grande social network al mondo. La sua nascita ha modificato ogni aspetto della nostra vita, da come trascorriamo i momenti di ozio al modo in cui ci informiamo dei fatti nel mondo, sino addirittura alla concezione stessa di vita.
Sentiamo davvero che stiamo vivendo un momento se non lo condividiamo in rete?
Facebook ha abbattuto ogni frontiera spaziale e temporale, ha permesso di riallacciare contatti persi, di stringerne di nuovi e di mantenere relazioni a distanza. Ma soprattutto ci ha messo davanti a uno specchio, dando la possibilità a ciascuno di raccontare a una platea potenzialmente inesauribile qualsiasi cosa. Ha tirato così fuori il meglio e il peggio di noi stessi, e nuove “specie umane” si sono evolute nell’era digitale: Facebook-addicted che fanno della bacheca lo sfogo naturale delle proprie esperienze quotidiane a fronte di eremiti social pronti a tutto per salvaguardare la propria privacy (a tutto, sì, ma non alla propria presenza su Facebook); inquisitori ossessionati dai tempi di risposta in chat dialogano con interlocutori che senza troppi convenevoli abbandonano ogni conversazione.
In Tutte le facce di Facebook Riccardo Lo Bue analizza con ironia i cambiamenti che il social ha portato nelle nostre vite, andando oltre le descrizioni caricaturali: le cariche istituzionali e le aziende sono state costrette a ripensarsi in ottica post-Facebook, sono nate nuove figure professionali a discapito di altre, il nostro modo di comunicare si è piegato ai dettami della tecnologia.
Un’occasione, dunque, per sorridere e riflettere sull’era social che viviamo attivamente giorno dopo giorno, un’istantanea di quello che Facebook è stato ed è per oltre un miliardo di persone.
Riccardo Lo Bue nasce a Palermo nel 1986. Si interessa da sempre al mondo della comunicazione in tutte le sue forme, in particolar modo a quella digitale. È project manager in un’agenzia web. Dal 2016 collabora con la web radio dell’Università degli Studi di Palermo per lo sviluppo di un nuovo format radiofonico, “NewsWip”, che racconta e approfondisce progetti audiovisivi fruibili sul web. Tutte le facce di Facebook è il suo primo saggio “antropologico” sulle tecnologie social.
Tutte le facce di Facebook
Riccardo Lo Bue
Booksalad, ottobre 2018, pp. 213, 14 €
articolo pubblicato il: 05/10/2018