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editoriale
si vota per cambiare, ma sarà proprio così?
di Ada

Anche questa volta andiamo a votare senza farci eccessive illusioni, soprattutto a causa di una legge elettorale bislacca e al limite della costituzionalità, che ha privato gli elettori di scegliere i propri rappresentanti diretti. Come si è detto in tante occasioni, si conoscono già più o meno i nomi di coloro che andranno alla Camera o al Senato e sono quelli che i vertici dei partiti hanno messo ai primi posti nelle liste. Gli altri sono solo delle comparse, salvo imprevisti. Questa volta però si vota nelle stesse giornate del 13 e del 14 anche per numerosi enti locali ed è evidente il paradosso che andiamo a scegliere chi mandare a rappresentarci nei municipi circoscrizionali, ma non chi siederà in parlamento. Come se fossimo tutti extracomunitari i quali fra poco - sembra - potranno votare anche loro nelle amministrative. Tutto è infatti nei poteri di poche persone, una decina forse, che ai vertici dei partiti, hanno scelto i candidati lasciando a noi cittadini solo il disturbo di fare una croce sul simbolo più gradito.

Ci rimane soltanto l'attesa di sapere come andrà a finire dopo l'alluvione di sondaggi che ci ha "allietato" in queste settimane. Fare previsioni è difficile perché tali sondaggi sono attendibili dal punto di vista scientifico, ma non sempre riescono a rappresentare in pieno il vero sentire degli elettori intervistati. Non tutti dicono la verità, molti si nascondono dietro la volontà del "non voto" che non significa niente fino al momento cruciale dell'entrata nella cabina o quando si decide veramente di "andarsene al mare". La stessa cosa si può dire degli "indecisi". In verità hanno già deciso, ma non vogliono dirlo.

Un fatto è certo: in Italia si decide sempre per cambiare. E' accaduto dopo la fine dei partiti tradizionali (DC, PCI, PSI e tutti gli altri) nel '94, nel '96, nel 2001, nel 2006. Tutti insoddisfatti dei Governi che si sono succeduti. Anche questa volta - vedi i sondaggi con le riserve già dette - dovrebbe accadere la stessa cosa nei confronti della maggioranza uscente e del Governo Prodi. Sarà così ? Due anni fa il gruppo Berlusconi riuscì a riprendere i "fuggitivi" e perdette per soli ventisettemila voti. Per il Senato ottenne addirittura un mezzo milione di voti in più, ma due senatori in meno. Merito della sullodata legge elettorale, tanto per cambiare. Potrebbe accadere ancora, per demerito de "partitini". Chi desidera che il Paese sia governato e non in balia di gruppi e gruppuscoli intercambiabili, sa già come fare.

In tutta Europa si fa così.

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