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cronache
antichi alfabeti, nuove tecnologie

L’antico alfabeto etiope - 325 caratteri che nella forma denunciano la loro vicinanza sia all’ebraico che all’arabo - potrebbe entrare presto nell’era della comunicazione digitale.

I ricercatori del dipartimento di scienze dell’informatica dell’Università di Addis Abeba hanno infatti avuto l’idea di semplificare la particolare scrittura, ancora oggi usata da gran parte della popolazione in particolare nelle zone rurali centrali e settentrionali, in modo che possa ‘entrare’ sulla tastiera di un telefono cellulare e in questo modo favorire lo scambio di informazioni, anche utili, a chi non usi l’alfabeto latino.

Infatti l’acquisto di un cellulare risulta molto più economico del costo di un computer, e con il nuovo alfabeto le persone potrebbero ricevere comunicazioni via Sms riguardanti le condizioni atmosferiche, notizie o informazioni di servizio, più velocemente che con altri mezzi.

I ricercatori hanno ridotto l’antico alfabeto (derivante dal Ge’ez, che si parlava all’epoca del regno di Axum) in ‘appena’ 200 caratteri gestibile con una tastiera con 28 pulsanti corrispondenti ad altrettante ‘lettere base’.

Grandi produttori di telefonia internazionali si sono detti interessati al progetto.

L’Etiopia è l’unica nazione africana a utilizzare un alfabeto autoctono per le sue lingue ufficiali (come il tigrino e l’amharic), fatto di cui la popolazione è particolarmente fiera.

Fino a un secolo fa la letteratura etiope era tutta scritta con questo alfabeto e ancora oggi è utilizzato per i testi sacri e liturgici della chiesa ortodossa etiope.

(Per gentile concessione di www.misna.org)

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