Una crisi bancaria a livello mondiale potrebbe avere come conseguenza che migliaia di persone abbiano infarti e possano morirne per le conseguenze.
A questa conclusione è giunto un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge nel primo studio che mette in correlazione le malattie cardiache con le crisi finanziarie.
I ricercatori hanno esaminato informazioni ottenute dalla Banca Mondiale e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Hanno comparato la relazione tra le crisi bancarie ed il tasso di mortalità tra il 1960 e il 2002, prendendo in esame variabili come la stabilità economica ed i diversi modi in cui i vari Paesi registrano il tasso di mortalità.
La conclusione stata che la crisi dei sistemi bancari è direttamente correlata all'aumento del tasso di mortalità per malattie cardiache.
Le persone anziane sono le più suscettibili di morte improvvisa da stress provocato dallo scoprire che i propri risparmi sono a rischio, essendo più probabile che soffrano di ipertensione o di eccesso di colesterolo.
Le crisi finanziarie, quindi, non hanno a che vedere solo con il denaro, ma anche con la salute delle persone, perché le situazioni di stress favoriscono la secrezione di sostanze in grado di provocare un attacco di cuore.
L'unica soluzione sarebbe quella, da parte dei media, di non calcare troppo la mano durante le crisi finanziarie, per impedire il diffondersi di isterie e panico, evitando così migliaia di morti per infarto.