Tempo di importanti ritrovamenti archeologici a Spoleto, a più di un secolo di distanza dalle scoperte del grande archeologo Giuseppe Sordini (la casa della madre di Vespasiano, il ponte sanguinario ed altre).

Pochi mesi or sono è stato trovata una necropoli longobarda nell'area di un'ex caserma di fanteria che nel corso dei millenni aveva prima ospitato un anfiteatro romano (ancora parzialmente visibile), poi via via una fortezza gotica, un ospedale per bambini abbandonati, un paio di conventi.

E' di pochi giorni fa la scoperta di un bellissimo pavimento longobardo, grande presumibilmente venticinque metri quadrati.

La scoperta si deve ai lavori di puntello di palazzo Mauri, un imponente edificio rinascimentale rimasto abbandonato da molti anni, dopo il trasferimento ad altre sedi dell'Archivio di Stato e della Biblioteca comunale che insieme ad altre istituzioni (Accademia degli Ottusi e Società Dante Alighieri) facevano del palazzo il centro della vita culturale spoletina.

Il pavimento, di cui gli operai hanno messo in luce in modo del tutto fortuito i primi tre metri, è ascrivibile al VI o VII secolo, l'epoca di maggiore fulgore del Ducato longobardo di Spoleto.

Si tratta di un manufatto policromo (rosso e nero su fondo bianco, con inserzioni di tessere in pasta vitrea blu) che rappresenta tralci di vite bianca e nera, con figura di animali.

Il disegno centrale è perimetrato da un festone con triangoli e medaglioni.

Si tratta sicuramente di un edificio religioso di grande importanza per la storia dell'arte paleocristiana, eretto poco dopo la conversione al cattolicesimo dei longobardi.

Stando agli archeologi accorsi sul luogo, sicuramente accanto alla sala rinvenuta dovrebbero esserci ulteriori vani con pavimenti similari.