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attualità scientifica
tubercolosi preistorica

Nonostante la maggioranza degli scienziati creda che la tubercolosi apparve solo alcune migliaia di anni fa, una nuova ricerca rivela che la prova più antica di questa malattia risieda in un fossile umano di mezzo milione di anni fa, scoperto in Turchia.

Il ritrovamento di questo individuo, un Homo Erectus, rinforza la teoria che la gente dalla pelle scura che emigrò verso il nord dalle basse latitudini tropicali producevano meno vitamina D, e ciò poteva influire sia sul sistema immunologico che su quello osseo.

Lo studio è stato sviluppato da un gruppo internazionale di ricercatori, turchi, tedeschi e americani dell'università texana di Austin. Prima di questa scoperta, nella Turchia occidentale, il riscontro più antico della tubercolosi si era trovato in mummie egiziane e peruviane di qualche migliaio di anni fa. I paleontologi hanno passato decenni ricercando in Turchia resti di Homo Erectus, la prima specie umana ad emigrare verso il nord, adattandosi alle caratteristiche differenti del clima. I ricercatori hanno stabilito che l'individuo ritrovato era un maschio giovane, data la conformazione del cranio. Sempre nel cranio hanno riscontrato una serie di lesioni tipiche della leptomeningite tubercolosa, una variante della tubercolosi che attacca le meningi. In seguito ad una ricerca storica sulla malattia, i ricercatori hanno riscontrato che alcuni gruppi di persone mostravano una media di infezione superiore al normale, come gli indios Gujarati che vivono a Londra e le reclute senegalesi che servirono nell'esercito francese durante la prima guerra mondiale.

La caratteristica comune è data dal trasferimento dalle regioni tropicali a quelle temperate del nord e dal colore scuro della pelle. Le persone con la pelle scura producono meno vitamina D perché la melanina della pelle blocca la luce ultravioletta. Quando si trasferiscono in zone come quella europea con livelli di radiazione più bassi i loro sistemi immunologici ne risultano danneggiati. L'Homo Erectus era quasi sicuramente di pelle scura, perché apparve in Africa e dopo essersi trasferito in Europa dovette adattarsi alla nuova situazione climatica. L'ipotesi è che il giovane maschio si ammalò di tubercolosi perché il suo sistema immunologico era debilitato dalla mancanza di vitamina D.

Prima della scoperta degli antibiotici l'unica arma in mano ai medici era quella di inviare i malati in località molto assolate e con aria pura. Si ne ignorava il perché, ma si riscontrava che la vita all'aria aperta aiutava i pazienti a migliorare. Alla luce di questa scoperta, si presuppone che il maggior flusso di raggi ultravioletti, aumentando al produzione di vitamina D, aiutava i malati a guarire.

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