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arte e mostre
la forza del segno
di Michele De Luca

Quella del disegno è un'arte antica, forse la più antica, come espressione primaria dell'empito creativo umano, come forma immediata di espressione figurativa, dai graffiti della preistoria ai suoi usi "professionali", come fase preparatoria di un prodotto artigianale che risale all'arte egizia; tra il suo carattere strumentale e funzionale alla creazione di altra forma artistica (come da taluni si sostiene, fino al Tre-Quattrocento; ma i "taccuini" di Gentile da Fabriano e di Jacopo Bellini stanno a testimoniare che i "quadri disegnati" erano opere compiute e non "preparatorie" ) e la sua emancipazione come forma originale ed autonoma di espressione artistica (che avviene nel XVI secolo), il disegno ha una sua storia lunga millenni. In tempi più vicini all'età moderna, parallelo all'estendersi del fenomeno del collezionismo fu il perfezionarsi di alcune tecniche, quali il pastello, molto efficace nei ritratti (vedi Rosalba Carriera), l'acquerello, privilegiato dai paesaggisti (Turner), e la matita a grafite, caratteristica dei disegni puristi e nazareni. Non tramontano comunque, quelli eseguiti a carboncino o a penna, adatti tanto alla collaudata caricatura quanto al vedutismo e agli schizzi scenografici.

E nel Novecento? E' opinione critica diffusa che già nella seconda metà del secolo precedente l'arte del disegno entri in crisi, sia per la diffusione della litografia sia per la decadenza dell'insegnamento accademico; e che nel secolo appena concluso, anche se Picasso e Klee continueranno ad esaltare questa forma creativa, il disegno sia andato generalmente a rifugiarsi nei campi della cartellonistica, della pubblicità, dell'architettura e dell'industrial design. A smentire però questo assunto, guardando in particolare alla produzione novecentesca italiana, occorre un approfondimento, lungo il percorso di tanti protagonisti, attraverso i quali - come scrive Marcello Riccioni presentando in catalogo la bella mostra allestita nell'ex Chiesa di Sant'Agostino e nella Pinacoteca Comunale Marco Moretti a Civitanova Marche Alta - "tra persistenza di forme e nuovi materiali, comunque ritenuti ideativi e quindi esempio di bozza, tutto il Novecento proporrà (come questa raccolta peraltro rievoca) l'infinita possibilità di nuove e più immediate formule. Anzitutto sparisce, quasi completamente l'idea del disegno preparatorio, quella fase che sino a fine Ottocento diveniva prima regola in cui si giocava il ruolo dell'accademismo". Ma già a cavallo dei due secoli si potrà notare un persitere della tradizione basata sullo studio preparatorio di fronte all'incalzare delle nuove esigenze, irradiate dalle irrompenti tendenze artistiche d'oltralpe, di un segno più immediato, espressione assoluta di un opera in sé già "conclusa".

Con questa bella ed interessante mostra ("Segni del XX secolo. I Maestri dell'Arte Contemporanea della Civica Raccolta di Salò") prosegue l'impegno del Comune di Civitanova Marche - Assessorato alla Cultura, supportato dalle collaudate strutture operative della Pinacoteca e di Teatri di Civitanova, nell'offrire un vasto spaccato sulle espressioni grafiche del nostro secolo; dopo "mostri sacri" internazionali, quali Picasso, Dalì, Chagall e Mirò, è la volta di uno sgaurdo panoramico sulla produzione del disegno italiano del Novecento propiziato attraverso una attenta selezione di opere originali custodite nella Civica Raccolta di Salò; oltre sessanta disegni, tempere su carta, pastelli e collage usciti dalla mano di artisti come Carla Accardi, Afro, Birolli, Cagli, Capogrossi, Ciarrocchi, De Pisis, Dorazio, Giosetta Fioroni, Fontana, Gnoli. E poi, ancora, Guccione, Lam, Licini, Manzù, Melotti, Pozzato, Savinio, Schifano, Sironi, Tadini, Tamburi, Tulli, Turcato, e diversi altri. Una raffinata e significativa scelta che, come ci dice Enrica Bruni (Direttrice della Pinacoteca), fa comprendere "attraverso forme, segni, disegni e sfumature le propopste intellettuali, le correnti di pensiero artistico, la ricerca della forma e della figura che caratterizza il percorso comunicativo del Novecento italiano".

Questa mostra ha il particolare pregio di convogliare l'attenzione dei visitatori sull'essenza del disegno come primo, semplice, spontaneo e perciò autentico veicolo di "comunicazione", come vera e propria opera d'arte, connotata dall'immediatezza del suo inventore e dall'immediatezza della sua percezione. E di farlo, con felice intuizione, "utilizzando" la collaborazione di una istituzione prestigiosa e specializzata, come quella di una delle "perle" del Garda, che nel settore ha da tempo profuso una appassionata e qualificata ricerca; la collezione annovera oltre trecento artisti e circa seicento disegni. Essa rappresenta in Italia l'espressione davvero unica di una cultura artistica quasi dimenticata; i contenuti di questa Raccolta riassumono, con tono tutt'altro che secondario, la storia dell'arte italiana del secolo appena congedato. Che, con spirito davvero "altruiscono", vengono messi a disposizione di una fruizione - come è ora nel caso della mostra civitanovese - la più ampia possibile sul territorio nazionale.

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