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cronache
la merda d'artista era gesso

Le lattine di "merda d'artista" di Piero Manzoni sono divenute, già dal tempo in cui furono confezionate, nel 1961, un'icona dell'arte contemporanea.

Fu in quell'anno che l'artista italiano, stanco di fare la fame, riempì novanta lattine di "merda d'artista", affermando che mercanti e compratori esigevano solo prodotti in tal modo definibili. La provocazione ebbe un insperato successo e le lattine andarono a ruba, raggiungendo quotazioni impensabili.

Piero Manzoni morì a soli trent'anni, poco dopo aver composto quella che resta la sua opera più famosa internazionalmente. Oggi Agostino Bonalumi ha pubblicamente rivelato che le lattine contengono in realtà solo gesso, anche se una leggenda metropolitana vorrebbe che alcune lattine siano esplose negli anni a causa dei gas contenuti. Nessuno, in realtà, ha mai aperto una delle novanta lattine, non tanto per motivi igienici, quanto per non rovinarne la quotazione (la numero diciotto è stata battuta in un'asta a Milano per ben centoventicinquemila euro).

La "merda d'artista" non fu l'unica provocazione del giovane Manzoni. Riempì globi di "alito d'artista", pose uova sode sulla sua impronta digitale, firmò corpi di persone (tra le quali Umberto Eco), rendendole opere d'arte viventi, pose un supporto per busto di statua al rovescio per dimostrare che il mondo era un'opera d'arte.

Indubbiamente, però, il nome di Piero Manzoni resta indubbiamente legato alle lattine di "merda d'artista" e alle loro iperboliche quotazioni. La dimostrazione della stupidità e della rapacità del mercato dell'arte ha raggiunto sicuramente il suo obiettivo.

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