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politica estera
si trovano in Asia le più inquinate città del mondo
di Alberto Rosselli

Sono asiatiche, russe o 'terzomondiste' le dieci città più inquinate del mondo. La notizia è stata confermata dal ministero dell'Ambiente statunitense che, grazie alla collaborazione di istituti universitari e di scienziati, ha aggiornato una classifica 'nera' (già pubblicata tre mesi fa dall'istituto ambientalista statunitense Blacksmith Institute) che vede ai primissimi posti di questa tetra 'top ten' città, metropoli e megalopoli cinesi, indiane, russe e centro asiatiche (Kyrgyzistan), seguite a ruota da località situate in Repubblica Domenicana, Zambia e Ucraina. Dalla lista si evince che, almeno per quanto concerne le prime 50 posizioni, nessuna città occidentale raggiungerebbe tassi di inquinamento tali da meritarsi il triste primato. Lo studio mette in evidenza i casi più clamorosi, come quello della metropoli indiana di Ranipet di 3,5 milioni di abitanti (quarta area urbana del Paese), letteralmente soffocata dagli scarichi provenienti dalle sue numerose e famose fabbriche specializzate nella conciatura delle pelli: opifici che utilizzano e consumano quotidianamente enormi quantitativi di sali di sodio, cromo e solfato di cromo. Il bureau per il controllo dell'inquinamento dello Stato del Tamil Nadu stima che circa 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti e scorie prodotti in questi ultimi vent'anni siano stati accumulati alla periferia della città su un'area di due ettari, andando a formare una collina di oltre 6 metri di altezza che, durante le forti piogge stagionali, farebbe filtrare nel sottosuolo ricco di falde acquifere un cospicuo e micidiale quantitativo di agenti tossici. Non migliore appare la situazione della città cinese di Linfen, situata nella provincia dello Shanxi. Linfen è il principale centro minerario carbonifero del paese e fornisce a quest'ultimo circa i due terzi del fabbisogno energetico. Secondo le testimonianze, data l'enorme e perenne massa di pulviscolo stagnante sulla città, cinque abitanti su dieci soffrirebbero di gravi e cronici disturbi respiratori provocati dalle ceneri di carbone, senza contare il pauroso incremento dei casi di tumore alle alte e medie vie respiratorie monitorati in questi ultimi dieci anni dalle autorità sanitarie locali. Nella classifica delle città più inquinate del pianeta compare anche il centro russo di Dzerzhinsk che, ai dai tempi della Guerra Fredda, venne trasformato dai vertici militari sovietici di Mosca in uno dei principali poli per la produzione di armi chimiche, tra le quali il micidiale gas Sarin e la vecchia ma altrettanto mortale iprite. Secondo le informazioni fornite dal Blacksmith Institute, a Dzerzhinsk l'aspettativa media di vita di un essere umano si aggirerebbe intorno ai quarant'anni per gli uomini e a meno di 50 per le donne. Proprio come è accaduto a Linfen, per decenni, tutti i residuati delle fabbriche di armi di Dzerzhinsk sono stati accumulati, senza alcuna precauzione (vedi l'utilizzo di appositi contenitori di ferro e cemento nei quali stivare le scorie) e senza il minimo buonsenso, su un terreno periferico sovrastante un fiume sotterraneo che fornisce alla città la quasi totalità dell'acqua potabile, avvelenandolo e provocando, soltanto negli ultimi vent'anni, cinquantamila casi di tumori negli adulti e la nascita di migliaia di bambini affetti da spaventose malformazioni. Chiudiamo, infine, questo breve, drammatico resoconto elencando le 10 dieci città più inquinate incluse nell'orribile classifica: Linfen (Cina); Haina, (Repubblica Dominicana); Ranipet (India); Mailuu-Suu (Kyrgyzstan); La Oroya (Perù); Dzerzinsk, Norilsk e Rudnaya Pristan (Russia); Cernobyl (Ucraina) e Kabwe (Zambia).

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