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verso le primarie anche nel centrodestra?
di Carlo Taormina

Le polemiche su una nuova legge elettorale, che tutti vogliono, ma con intenzioni e proposte diverse, non accennano a placarsi. Tra le tante ipotesi avanzate nessuna dispone però direttamente la soppressione della sciagurata norma della legge attuale che non prevede alcun tipo di scelta dei candidati da parte degli elettori. In sostanza noi potremo continuare a scegliere i consiglieri comunali e circoscrizionali, ma non i deputati e i senatori. Forse neppure nella Russia di Putin il presunto popolo sovrano viene trattato così. Tutto rimarrebbe nelle mani dei vertici dei partiti e poi dicono che la gente non vuole interessarsi di politica. A questo proposito proponiamo ai nostri lettori un articolo del prof. Carlo Taormina, noto avvocato, che ha indicato sul quotidiano "Libero" almeno una sorta di primarie con le quali i cittadini possono finalmente scegliere la classe dirigente del Paese. (Ada)

C'è un dato che accomuna tutte le proposte di riforma della legge elettorale ed anche, pur se per forza maggiore, i quesiti referendari. Qualunque cosa accada, i cittadini italiani rimarranno privi del diritto di scegliere le persone destinate a rappresentarli. La cosa sorprende ancor più se si considera che la principale accusa rivolta alla riforma di Berlusconi, è stata proprio quella di aver reintrodotto un sistema elettorale partitocentrico ed espropriatore di un fondamentale diritto civico, come quello in questione. Il risultato concreto conseguito alle politiche del 2006, per la verità, non è stato esaltante. Questa volta anche terroristi e assassini sono divenuti titolari di importanti ruoli parlamentari. Le ragioni dell'ostracismo al riconoscimento del diritto del cittadino ad esprimere la preferenza per chi vuole che lo rappresenti sono note. La storia della prima Repubblica ha insegnato che le preferenze si compravano e nelle terre di mafia, camorra e 'ndrangheta non erano un diritto ma un'imposizione. L'attualità ha confermato la vocazione del sistema delle preferenze alla corruttela. Questo è esattamente ciò che accade nelle elezioni amministrative. E' necessario, tuttavia, partire da una elementare considerazione: è difficile dire che la Costituzione - nella sostanza, se non nella rigorosa lettura - nel momento in cui attribuisce al cittadino il potere di elettorato, non postuli soprattutto il diritto di scelta della persona. Anche se i sistemi di esercizio della scelta possono essere molteplici, non necessariamente identificabili con la scrittura del nome e del cognome del candidato preferito. Non vedo, quindi, alternative alla pratica delle elezioni primarie, ma sicuramente non nei termini piuttosto artificiali e di plastica che hanno caratterizzato quelle del centrosinistra. Un buon punto di partenza a noi sembra quello preannunciato dai responsabili di Forza Italia che hanno lanciato la proposta di estendere l'elettorato attivo anche ai non iscritti al partito.

Non credo, però che questo possa bastare. Anche l'elettorato passivo (pur non potendo ignorare l'esigenza di una adeguata selezione da parte dei partiti) deve superare la sfera degli iscritti. Questo perchè non sarebbe assolutamente accettabile che i risultati delle primarie possano essere ritoccati, anche dal più saggio dei vertici di partito, che non saprebbe sottrarsi alla tentazione di far eleggere il cavallo di turno.

E' necessario, però, che il sistema delle primarie sia apprestato, come generale metodo, di tutti i partiti prima delle prossime politiche, attraverso un'autoregolamentazione che costituisca la manifestazione più importante di democrazia interna. Specialmente in questo delicato momento di trasformazione del ruolo e delle dimensioni delle aggregazioni politiche. Mi riferisco alla tendenza, inaugurata dal preannuncio della nascita del Partito democratico, della politica italiana verso il bipartitismo, la cui attuazione è da anni auspicata da Berlusconi. La necessaria formazione correntizia di ciascuno dei due blocchi non può essere governata altrimenti che da elezioni primarie se non si vogliono trasformare capicorrenti in capibastoni.

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