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ateismo, uno dei 3 mali che affliggono l'Occidente
di Giuseppe La Rosa

Oggi, se alcune cose non vanno, forse è perché in giro ci sono un bel po' di persone che avendo perso l'abitudine di guardare in alto, concentrano lo sguardo in basso, dove gli orizzonti sono più circoscritti, le mete poco chiare, le azioni spesso equivoche. Quando queste persone, poi, raggiungono determinati livelli di potere, politico e mediatico, la frittata sociale è fatta, e ti tocca sorbirteli, fumosi docenti di alterigia, in tutte le salse e in tutte le tavolate giornalistiche, televisive e cinematografiche. E se non professi accorata solidarietà nei loro confronti, se non fai tesoro dei loro insegnamenti, se osi contrapporti al loro pensiero, ebbene, ti può capitare di tutto, rischi di essere bandito dalla società che conta, quella che ha in mano il potere di educare le menti delle nuove generazioni. Vediamo chi è questa specie umana.

L'ateo è chi, nei fatti, nega che Dio esista e anche che possa esistere.

E' diverso dal "non credente". Costui rifiuta tutto ciò che si dice su Dio, perché non sopporta che la religione professi di esserne l'unica detentrice della sua rivelazione, e perché non si rassegna ad accettarne le imposizioni. E' diverso anche dall'"indifferente religioso", Questi è colui che negli atteggiamenti della propria esistenza non reputa di avere come punto di riferimento la religione, ostentando altri maestri ed altri vangeli.

Ci sono diversi tipi di atei. Spesso lo diventano in quanto vedono incarnata in alcuni uomini una errata, confusa e male realizzata immagine di Dio, che li porta a credere che Dio non c'è, quando, invece, dovrebbero concludere che a non esserci è quel Dio infelicemente concretizzato.

C'è l'ateo pratico e l'ateo teorico. Il pratico, nella vita reale, non concede alcuno spazio a Dio, vive come se non esistesse. Ha i suoi valori, ma fra questi valori, non è previsto Dio.

Il teorico è quello che fa più danni. Perché il suo pensiero ed il suo parlare sono ammantati di cultura, dissimulano scienza ed erudizione, spargono apparente conoscenza. Sotto la veste di intellettuali amabili e seducenti, inebriano le intelligenze di false verità, le ammorbano con miti illusori, inibiscono il discernimento dei giusti valori e, trasmettendo presunta sicurezza, trascinano alla deriva molte fidate menti.

Chi nega l'esistenza di Dio, generalmente lo fa adducendo almeno tre argomenti.

Il primo. L'ateismo scientista.

Dio è inutile. La natura obbedisce alle sue proprie leggi. Per spiegarla sono sufficienti il calcolo e l'esperienza, senza dover invocare l'ipotesi Dio (da un'esclusione metodologica passano ad un rifiuto dommatico). Il secondo. L'ateismo morale.

Se Dio è buono e potente, perché il male imperversa ?

Il terzo. L'ateismo umanista.

Come si concilia Dio e la libertà dell'uomo ? Se Dio è l'orchestratore assoluto del destino dell'uomo, di quale libertà è titolare l'uomo ? Di una libertà contraffatta, artificiosa, illusoria ?

Secondo le più insinuanti strategie intellettuali, Dio è il riflesso dei desideri degli uomini, secondo questo schema ormai più che noto : a) desiderio, b) proiezione del desiderio, c) personificazione mediante l'attribuzione delle qualità umane ad un soggetto divino, d) subordinazione alienante dell'uomo di fronte a Dio. L'uomo, praticamente, si inventa Dio.

Perché ? Per soddisfare un bisogno vitale. Dio contiene la promessa di tutto quello che l'uomo spera e di cui è privato. Ciò gli permette di sopportare l'esistenza di quaggiù e di accettarne le dure condizioni, le troppe pene, i troppi disinganni, i vari compiti insolubili. Ma è per questo che bisogna eliminarla. Perché è di ostacolo alla capacità dell'uomo di pensare, agire e costruire la sua vita.

Conclusione. A volte l'ateismo è istruttivo. Ci induce a rivedere certe rappresentazioni di Dio deformanti e deformate, a modificare certi comportamenti socio-politici deleteri, a vigilare sulle svolte ideologiche della religione. Tuttavia, come diceva Gide :"Non credere in Dio è molto più difficile di quanto non si creda. Bisognerebbe non aver mai guardato la natura e l'uomo".

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