L'editrice CCS, nella sua collana "Mesa y Palabra", n. 11, sta pubblicandomi una "Novena di orazione per la vita" (Madrid 2007, ISBN: (978-84-9842-0890) che spero sia utile per comprendere l'Annunciazione.
Il Papa Giovanni Paolo II aveva chiesto nella sua enciclica "Evangelium vitae", pubblicata il 25 marzo del 1995, la celebrazione annuale di una "Giornata per la vita": "propongo (scriveva il Papa) che si celebri ogni anno nelle varie Nazioni una Giornata per la Vita (...). Suo scopo fondamentale è quello di suscitare, nelle coscienze, nelle famiglie, nella Chiesa e nella società civile, il riconoscimento del senso e del valore della vita umana in ogni suo momento e condizione, ponendo particolarmente al centro dell'attenzione la gravità dell'aborto e dell'eutanasia, senza tuttavia trascurare gli altri momenti e aspetti della vita, che meritano di essere presi di volta in volta in attenta considerazione (Evangelium vitae, 85).
Questa richiesta del Papa è stata ascoltata in numerori luoghi. Nei giorni vicini al 24 marzo, solennità dell'Annunciazione, in molte cittá del mondo si celebrano orazioni e funzioni in favore della vita. Tutte queste iniziative sono un segno di speranza. Nonostante le difficoltà, quacosa si muove a favore della vita. Sono molte le persone che vogliono annunciare, celebrare e servire il Vangelo della vita.
La solennità dell'Annunciazione celebra il mistero dell'Incarnazione; mistero per cui il Figlio di Dio ha assunto una natura umana per giungere attraverso di essa alla redenzione. Per opera dello Spirito santo, Gesú Cristo fu concepito come uomo nel seno della Vergine Maria. La vita umana giunge ad essere, attraverso l'Incarnazione, vita "di" Dio, giacché "tutto, quindi, nell'umanità di Cristo deve essere attribuito alla sua Persona divina come al suo soggetto proprio" (Catechismo della Chiesa cattolica, 468).
La sacralità della vita umana, così come la dignità della persona, trovano nell'Incarnazione del Figlio di Dio non solo una conferma, ma una vera esaltazione. In Lui, uomo perfetto, "la natura umana, assunta, non assorbita, è stata elevata anche in noi a dignitá senza eguali". Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo "in ogni bimbo che nasce e in ogni uomo che vive o che muore noi riconosciamo l'immagine della gloria di Dio: questa gloria noi celebriamo in ogni uomo, segno del Dio vivente, icona di Gesù Cristo". (Evangelium vitae,84).
Non disconosciamo la realtà degli attacchi e dei disprezzi nei confronti della vita umana: il crimine dell'aborto (cfr. Concilio Vaticano II, "Gaudium et spes",51); l'eutanasia; la violenza terrorista; la guerra; la violenza domestica e quella perpetrata contro le donne; la mancanza di protezione della vita umana nella sua fase embrionale; l'estrema povertà in cui si vedono condannate a vivere tante persone. Ma non possiamo disperarci. Dobbiamo far conoscere Gesù Cristo. In Lui si dà all'uomo la possibilità di conoscere "la verità intera circa il valore della vita umana" (Evangelium vitae, 29).
L'orazione è omaggio a Dio vivo e vero, Padre, Figlio e Spirito Santo. da Lui riceviamo tutte le benedizioni, dall'essere stati creati fino al dono della vita nuova che s'infonde in noi attraverso la fede ed il battesimo. L'orazione ci situa davanti alla verità ultima su noi stessi: siamo creature di Dio, fatte a sua immagine, chiamate ad entrare in dialogo personale con il nostro Creatore. L'adorazione ci dà la capacità di riconoscere Dio e di contemplare tutte le cose in relazione con Lui. Dal riconoscimento di Dio deriva il riconoscimento dell'altro come un soggetto indisponibile, la cui dignitá non può essere mai ferita.
La difesa della sacralità della vita umana non è, in primo luogo, un impegno etico, ma una conseguenza dell'adorare Dio "in spirito e verità" (cfr Giov. 4, 23-24), di adorare Colui che mandò al mondo il Verbo per farsi carne ed abitare in mezzo a noi affinché possiamo vedere la sua gloria (Cfr Giov. 1, 14).