da ITALIA OGGI
Quest'anno ho invertito il processo, l'appuntamento con la «mia Wall Street» è stato tra i primi, all'arrivo, non l'ultimo, a mò di sintesi, come le altre volte. Al fondo della Broadway, l'unica arteria di NY autorizzata a non essere dritta, prima di buttarsi in mare, a sinistra trovi Wall Street, a destra il 9/11 Memorial Museum (curioso, no?). In mezzo una piccola area verde di proprietà di un italo-americano, John Zuccotti, dove nacque il ridicolo movimento «Occupy W S», versione americana delle primavere arabe, ridicolo perché praticato dai figli dei banchieri, che poco più in là fornicavano per fottere il mondo. Qui ci siamo incontrati.
La «mia Wall Street» in realtà sono tre giovani amici (masterizzati, ma perbene) che qua lavorano (ai piani medi della piramide finanziaria del mondo, in termini letterari sarebbero i «negri» che scrivono i libri, firmati poi dai Nobel), quest'anno sono rimasti due, uno è tornato a Londra, gettando la spugna («ruffianarmi per ruffianarmi meglio con mio suocero, ricco, che con un miserabile banchiere americano bonus dipendente»). Avevo mandato loro una mail del tema scelto «Il Ttip visto da W.S. e Greenpeace». Ecco una sintesi sorridente della loro analisi, essendo il Ttip la rappresentazione di seghe mentali di birbanti, non merita altro che alte dosi di ironia.
Scoperte le mosse americane per nascondere la verità, il Ttip poteva essere solo accettato o respinto, un ricatto, al quale Thatcher avrebbero detto: «Bene, respinto», e sarebbe finita lì. Tre punti inaccettabili:
a) riduce, e di molto, la sovranità del paese;
b) la difesa dei consumatori decade;
c) così la tutela dell'ambiente e la protezione della salute.
Una premessa, noi persone perbene dobbiamo essere grati ad autentici eroi moderni come Edward Snowden, quelli di WikiLeaks, ora uno sconosciuto negoziatore europeo che, terrorizzato dell'atto criminale che stava per compiersi, ha preferito tradire la parola data per salvare noi cittadini perbene. Silenziosi, tutti i Premier europei che volevano regalare al loro compare Obama lo scalpo del Ttip, sconcia la stampa di regime che lo ha banalizzato. Anche gli svizzeri che non l'avrebbero mai firmato, ma sarebbero stati colpiti lo stesso, causa i bilaterali, hanno esultato alla fuga di notizie (ricordo sempre che è il paese più liberale del mondo).
Prendiamo solo un aspetto a caso, le denominazioni d'origine controllata. Col Ttip sul mercato ci sarebbero parmigiano, prosciutto, emmenthal, americani, eliminato poi il principio di precauzione. In Italia e in Svizzera è vietata la presenza di certe sostanze negli alimenti (un caso limite nei cosmetici, Europa vieta l'uso di oltre 1.000 sostanze potenzialmente cancerogene, gli Usa appena 11).
Gli americani dicono: non è vero, il principio di precauzione lo potete invocare. Certo, ma solo a posteriori, dopo che sia stato inconfutabilmente provato che certe sostanze hanno provocato malattie e decessi (non abbiamo dimenticato il caso Bhopal-Union Carbide). Così le regole di protezione della sanità pubblica e di protezione dell'ambiente potrebbero essere lesive del Ttip se limitano o ostacolano investimenti o libera concorrenza. A questo punto un'azienda americana potrebbe invocare commissioni arbitrali internazionali. Diciamolo, il Ttip è chiaramente scritto per fottere noi del Sud Europa, buttandoci tra l'altro fra le braccia degli studi legali anglosassoni.
Però, abbiamo avuto un colpo di fortuna: Trump e Sanders (la somma dei due, fa la maggioranza degli americani, tutti anti establishment), partendo da concezioni politiche opposte, hanno cambiato, in pochi mesi, la percezione della maggioranza degli americani verso la globalizzazione. Questa non è più vista nell'ottica di migliorare le condizioni di vita degli americani, l'unico motivo per la quale l'avevano sposata. I più non lo sanno ma gli americani sono liberisti se il giochino proposto è a loro vantaggio, quando scoprono che è causa del peggioramento dell'occupazione (mi hanno fatto notare come l'indice di disoccupazione del 5% sia falso, se calcolato in ore lavorate) e del peggioramento delle condizioni di vita del ceto medio, lo vogliono buttare. Terrorizzata dai sondaggi, Hillary, che nel ceto medio ha il suo serbatoio di voti, si è affrettata a promettere che, se eletta, non ratificherà l'analogo trattato con i paesi del Pacifico, uccidendo così anche il Ttip.
«Buttato nel cesso il Ttip, si potrà ridiscutere su altre basi anche la globalizzazione», ecco la conclusione dei miei due amici sherpa di Wall Street (uno voterà Trump; l'altro, filo Sander, non voterà Hillary). Allan Bloom («La chiusura della mente americana», un libro del 1987 che a NY mi porto sempre in valigia) a proposito dell'istruzione universitaria americana post '68 scrisse «Non si sostituisce qualcosa con niente». Abbiamo concluso: grazie professor Bloom, vale anche per l'economia.
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articolo pubblicato il: 28/05/2016 ultima modifica: 09/06/2016