da ASKANEWS
Dopo gli scandali sugli innumerevoli casi di elusione e frode fiscale emersi con le rivelazioni di Luxleaks e dei Panama papers, questa volta è il negoziato in corso fra Ue e Usa per il Ttip (Partenariato transatlantico sulla liberalizzazione del commercio e la protezione degli investimenti) che è oggetto di una fuga di notizie e documenti segreti, che saranno pubblicati su un sito web della sezione olandese di Greenpeace, con l'hashtag #TTIPleaks. I "Ttip papers", per un totale di 248 pagine, sono stati dati in visione a un gruppo selezionato di media europei (tra cui il Guardian, Le Monde, El Pais, e Sueddeutsche Zeitung) e ad Askanews ed Eunews in esclusiva per l'Italia, prima della loro pubblicazione.
I documenti - che risalgono al marzo scorso e non sono aggiornati, dunque, con i risultati dell'ultimo "round" negoziale di New York, la settimana scorsa - coprono più di due terzi del totale dei testi del Ttip, e svelano per la prima volta, sulla maggior parte dei settori in discussione, la posizione negoziale degli Usa, che finora era stata mantenuta sempre confidenziale (a differenza della posizione europea, in gran parte pubblica).
Leggendoli, secondo Greenpeace, vengono confermate le preoccupazioni principali espresse dalla società civile e dalle Ong ambientaliste sul negoziato transatlantico, che appare soprattutto orientato ad abbassare, quando non a smantellare, gli standard attuali e futuri di protezione dell'ambiente e della salute applicati in Europa, e a dare alle lobby industriali e commerciali il diritto di accedere, influenzandoli pesantemente, ai meccanismi di decisione delle norme Ue fin dalle sue fasi preliminari, con un rischio evidente di stravolgimento del gioco democratico. "Una porta aperta per le lobby delle 'corporation'" secondo Greenpeace, che accusa gli Stati Uniti di un "deliberato tentativo di cambiare il processo decisionale democratico dell'Ue".
Inoltre, dai "Ttip papers" appare evidente che gli americani sono particolarmente aggressivi e determinati nel loro tentativo di costringere l'Ue a rinunciare al "principio di precauzione" come base per la gestione del rischio nell'approccio normativo riguardo alle politiche di protezione dell'ambiente e della salute, e in particolare per la regolamentazione delle sostanze chimiche, dei pesticidi, degli Organismi geneticamente modificati (che vengono citati nei documenti con il termine "moderne tecnologie in agricoltura" e mai con la loro sigla Ogm).
articolo pubblicato il: 02/05/2016 ultima modifica: 12/05/2016