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taccuino di viaggio
Scozia: Urquhart e il lago di Lockness
di Sergio Gigliati E Claudio Tarricone

La nebbia ci avvolge nel suo manto mente scendiamo nella piccola cittadina di Invergordon, uno dei più bei porti naturali del Ragno Unito. Respiriamo a pieni polmoni l'aria fresca e pura di quassù. A pochi chilometri le Highland scozzesi e le paludi di Culloden ci rammentano le sanguinose battaglie tra le truppe inglesi e i clan scozzesi per l'annessione della regione al Regno Unito. Era il 1747 quando la Scozia venne ufficialmente annessa all'attuale Inghilterra. Con l'avanzare del giorno il sole dirada la coltre opaca e cominciano ad apparire i primi tipici caseggiati della citta', famosa per le sue distillerie di whiskey. A mezz'ora di strada ci attende la cittadina di Inverness, capitale delle Highlands, che contiamo di raggiungere per il pranzo. Inverness e' la citta' più a nord della Scozia. E'qui che passeremo la giornata prima di spingerci verso sud-est, in direzione del lago di Lochness meta del nostro viaggio.

Inverness si adagia sulla foce del fiume Ness intersecandolo con una serie di ponti sospesi. I suoi edifici risalenti al cinque-seicento stridono con il massiccio castello edificato intorno alla metà del XIX secolo, anche se ricostruito su di una più antica fortezza.. I negozi del centro offrono un ottimo diversivo per il visitatore, come pure la vita notturna, tra le più rinomate di tutta la Gran Bretagna. Qui i bar ed i ristoranti servono qualsiasi tipo di cucina, anche le più esotiche. Unico problema e' la pioggia, che gia' da circa un ora ci accompagna impietosa e costante, ricordandoci che siamo in Scozia. L'alba ci sorprende in una sorta di dormiveglia causato forse dall'eccitazione della giornata che ci attende. Una rapida colazione e ci tuffiamo attraverso la verde campagna scozzese in direzione del Castello di Urquhart, dove contiamo di passare la giornata. Urqhuart e', a detta di molti, il luogo ideale per avvistare il mostro del lago: Nessie. La giornata e' ideale: l'aria e' tersa, il cielo raccoglie poche nubi e la visibilità e' ottima. Il castello ci appare all'improvviso maestoso nel suo pur drammatico passato. Distrutto nel 1689 offre ancora un'imponente visione di grandezza architettonica ai suoi numerosi visitatori che a migliaia ogni anno vi arrivano armati di telecamere, binocoli, macchine fotografiche nella speranza di avvistare l'oggetto, vero o supposto, di tanta curiosità, il mostro. Il castello, con la sua torre che domina il lago, e' il luogo ideale per scrutare in lontananza il lago. L'area limitrofa, purtroppo, ha subito in questi ultimi anni uno scempio edilizio dovuto alla costruzione di un grande parcheggio per visitatori e di un'area che funge da "osservatorio".

Il lago, profondo 200 metri, si stende in lunghezza per circa 40 chilometri ed e' una delle maggiori attrazioni della zona. E' il più vasto specchio d'acqua della valle (Great Glen) che, partendo da Inverness nel nord, raggiunge Fort William nel sud del paese. Esso deve la sua notorietà alla "presenza" di una ipotetica mostruosa creatura: il mostro di Lockness. Sono oltre un migliaio le persone che dichiarano di aver avvistato un animale preistorico di enormi dimensioni, la cui forma ricorda un serpente o un drago. Le prime dettagliate informazioni sulla presenza di questo mostro risalgono al secolo scorso (1933), quando alcune persone dissero di aver visto un enorme animale procedere sul lago come fosse un serpente per poi immergervisi definitivamente. Da allora si sono susseguiti numerosi avvistamenti filmati e fotografati (la più famosa fotografia realizzata nel 1934 si e' poi rivelata un clamoroso falso. Numerose le spedizioni scientifiche e non, effettuate per rilevare la presenza di tale creatura che per sopravvivere 70 milioni di anni avrebbe quantomeno lasciato tracce tangibili dovute alla riproduzione (le ossa dei suoi predecessori). E poi una creatura di queste dimensioni difficilmente avrebbe potuto nascondersi così a lungo in uno spazio così ristretto. La ricerca ha però dato i suoi frutti portando alla scoperta, alcune decine di anni or sono, ad un fossile preistorico vivente: il Celacanto. Quest'ultimo e' una creatura marina che, anche se meno suggestiva di un vero e proprio dinosauro marino e' pur sempre un pesce che si credeva estinto da decine di milioni di anni. Il castello conserva ancora il suo antico fascino; dalla cima del torrione dove i 2 merli rimasti sembrano testimoniare ancestrali ricordi, ci sporgiamo come antiche vedette per scrutare la linea di demarcazione delle sponde del lago. Chiudiamo gli occhi. Una leggera brezza ci carezza il volto e scompiglia i capelli. Cerchiamo,come giocando con noi stessi, di "vedere" a occhi chiusi Nessie che serpeggia innanzi allo specchio d'acqua ora immobile, prima di scomparire del tutto. Restiamo immobili in una sorta di stasi, ad osservare il paesaggio, consapevoli di essere degli intrusi, presenze che stridono con la quiete nella quale quest'area e' vissuta per milioni di anni. Un vocio ci giunge sommesso. Altri visitatori attendono il loro turno per osservare il lago da questa posizione. Scendiamo senza voltarci indietro, ripercorrendo il cammino che serpeggia tra i ruderi. Ci soffermiamo innanzi alla lastra commemorativa che riporta i nomi di illustri predecessori del luogo: da San Colombiano a Sir Andrew de Moray, a Sir Donald Mac Donald, a Sir John Grant. Con reverenziale rispetto ci allontaniamo dal luogo portando con noi un po' di quella magia del luogo e il desiderio che qualcosa sul mostro risponda almeno alla realtà.

Un'increspatura del lago! La nostra immaginazione vola! Nessie, e' lui! Guardiamo, scrutiamo attentamente, lo cerchiamo, vogliamo inconsciamente che sia lui. Ma il muto respiro del vento gioca ancora con la superficie del lago, creando suggestive increspature. Nessie, se esiste, non ci ha degnato della sua presenza.

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