dal 10 al 13 MARZO 2016
Mariangela D'abbraccio in
Camille Claudel
Elaborazione scenica di Mariangela D'Abbraccio
da "CAMILLE" di Dacia Maraini | musiche di Claude Debussy
Dacia Maraini scrive per Mariangela D'Abbraccio "Camille" testo teatrale che
attraversa l'arte e la tragica vita della grande scultrice francese Camille Claudel poi elaborato dalla
D'Abbraccio in forma di assolo. Attraverso le parole di Dacia Maraini autrice del testo teatrale, Mariangela
D'Abbraccio rievoca il personaggio di Camille Claudel, artista appassionata e anticonformista, tormentata e
folle. Lo interpreta, lo racconta, nel tentativo di restituirne l'amore, il dolore e la follia. Lo spettacolo è
un'occasione per ricordare una donna ormai divenuta archetipo del genio maledetto femminile, vittima delle
pressioni della famiglia e dell'amore infelice per il suo maestro e mentore Auguste Rodin. "Mia sorella
Camille aveva una bellezza straordinaria, ed inoltre un'energia, un'immaginazione, una volontà del tutto
eccezionali. E tutti questi doni superbi non sono serviti a nulla; dopo una vita estremamente dolorosa, è
pervenuta a un fallimento completo." (Paul Claudel) Camille Claudel (1864 -1943) già dodicenne dimostra
forte interesse per la scultura e suo padre lascia che si rechi a Parigi , presso l'Accadémie Colarossi, dove
sarà allieva del maestro Alfred Boucher. Diciottenne espone i suoi lavori al Salon e nell'immediato conosce
Rodin , al tempo già quarantunenne. Fra Rodin e la Claudel nacque un legame che travalicava il rapporto
amoroso per sconfinare nel comune lavoro con reciproche influenze. Rodin "narra" l'evolversi del suo amore
verso la Claudel in numerosi disegni che sono allocati presso il Museo Rodin a Parigi.
"L'arte di Camille
Claudel, fin dall'inizio, splende per caratteristiche che le sono proprie. Si vede emergere l'immaginazione più
forte e più spontanea, che è in realtà, il dono di inventare. Il suo genio è quello delle cose che si è imposta di
rappresentare". ( Paul Claudel). Conclusa la relazione con Rodin, Camille intraprese un percorso personale
di autoaffermazione. Nascono in questi anni opere come Clotho nel 1893, le varie versioni di la Petite
Châtelaine, iniziato nel 1893 e poi ripreso nel 1895 e nel 1898, e nel 1907, l'Age mûr, il suo capolavoro.
Intanto si aggravavano i segni di un disordine mentale palesatosi già nel 1896: Camille cominciò a soffrire di
manie di persecuzione e nel processo di annientamento di se stessa arrivò anche a distruggere le sue opere.
Alla morte del padre , nel 1913 fu fatta rinchiudere in un manicomio vicino Parigi dalla madre e dal fratello
Paul. Successivamente trasferita nel manicomio a Montdevergues, vi morì il 19 ottobre del 1943, in solitudine
ed abbandono, aspettando invano la visita della sorella e della madre, alla quale aveva ripetutamente chiesto
di essere riaccolta in casa: ...Se tu mi concedessi soltanto la stanza della signora Régnier e la cucina,
potresti chiudere il resto della casa. Non farei assolutamente nulla di riprovevole. Ho sofferto troppo... Nei
trent'anni d'internamento non aveva mai più né disegnato né modellato.
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articolo pubblicato il: 07/03/2016