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storia
l'Ordinariato militare d'Italia
di Piero Pastoretto

La data del 20 settembre 1870 segna una dolorosa frattura fra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano: un autentico e sofferto dramma che costituiva purtroppo il redde rationem ineludibile e da tutti paventato del processo di unificazione nazionale. Giudicato dal pontefice l'estremo degli affronti, cui non erano giunti neppure Vandali e Longobardi, e dai liberali laici la conclusione gloriosa del Risorgimento, le ripercussioni di questo giorno "fatale" erano destinate a riverberarsi per i successivi cinquantanove anni, dividendo le coscienze degli italiani tra il dovere di obbedienza alla Monarchia ed alle Istituzioni civili da un lato, e l'identico dovere di obbedienza al Successore di Pietro dall'altro.

Era evidente che Chiesa ed Esercito, cittadini fedeli e cittadini soldati, dopo secoli di vita e spiritualità comune voluti dalla casata Savoia, che era allo stesso tempo di antiche tradizioni militari e cattoliche (non avendo conosciuto nella sua storia dinastica né tentazioni riformistiche né laicismo illuministico) subissero l'identica lacerazione della società civile. Da qui derivò una sorta di rancore e recriminazione, largamente diffusi tra i fedeli, contro le istituzioni militari, accusate di ogni male possibile perpetrato contro i giovani di leva e di carriera: corruzione dei costumi dovuta alla promiscuità delle caserme, brutalità della disciplina, propaganda laica e dissipatrice delle coscienze. Forte, anche se palesemente infondata, era pertanto la polemica; ma forte era persino la spinta alla renitenza, con il conseguente rifiuto del servizio obbligatorio in nome della creazione di un esercito professionale, proposta per altro avanzata dai cattolici della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare ancora fino agli anni Venti del Novecento. D'altra parte, se durante le esequie di Umberto I le uniche campane di Roma a suonare i rintocchi funebri furono quelle della chiesa evangelica, mentre tutte le altre rimasero rigorosamente mute, si può ben comprendere l'ostilità ufficiale verso quell'Esercito che si era reso colpevole della breccia di Porta Pia, e che era il primo a richiedere ai suoi soldati ed ufficiali il giuramento di fedeltà ai monarchi scomunicati.

Gli anni tuttavia portarono ad un naturale smussamento degli attriti, iniziato già con Leone XIII e soprattutto Pio X, il quale ebbe tra l'altro la ventura di trovarsi di fronte a nuove personalità politiche che, come Giovani Giolitti, erano finalmente in grado di "mettere in soffitta", se non altro per scopi elettoralistici e di equilibri parlamentari, l'anticlericalismo massonico e spesso becero di un Crispi.

Ma la sferzata decisiva al superamento delle antiche recriminazioni fu segnata dagli avvenimenti, per taluni «radiosi», per altri tragici, della primavera del 1915. Il 1° giugno di quell'anno la Santa Sede dovette provvedere in gran fretta ad una prima regolamentazione canonica della pastorale castrense in seguito alla già avvenuta mobilitazione dei Cappellani Militari, fra i quali, non possiamo dimenticarlo, vi era anche un tale don Angelo Roncalli. I lutti e le sofferenze comuni sopportati da sacerdoti e soldati non poterono certamente non lasciare un segno indelebile nella riconciliazione delle coscienze. Tuttavia, anche la necessità del nuovo regime politico instauratosi sui Colli romani di conquistarsi le simpatie dei cattolici e delle autorità dell'altra sponda del Tevere ebbe senza dubbio il suo peso determinante. Le trattative segrete che avrebbero portato ai Patti del febbraio 1929 furono lunghe, sofferte e prudenti: ma l'istituzione il 6 giugno 1925 dell'Ordinariato Militare per l'Italia, ed il suo riconoscimento pubblico con la legge 417 dell'11 marzo 1926 (poi confermata dal Concordato e dalla legge 77 del gennaio 1936), ne costituirono delle tappe di straordinaria importanza.

Il decreto della S. Congregazione Concistoriale, che rappresenta la formale costituzione dell'Ordinariato Militare italiano da parte della Santa Sede, porta però la data del 13 aprile 1940, cioè soltanto due mesi prima del fatidico 10 giugno. Successive precisazioni furono aggiunte dalla Repubblica con la legge 512 del 1961, mentre la Costituzione Apostolica «Spirituali Militum Curae» del 21 aprile 1986, e gli Statuti dell'Ordinariato dell'anno seguente, hanno regolato, fino ad oggi, la pastorale della Chiesa nel mondo militare. Oggi l'Ordinariato Militare conta circa duecento cappellani che fanno capo ad un Ordinario nominato dal Pontefice.

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