Inaugurata lo scorso 4 maggio la nuova sezione archeologica al Castello del Buonconsiglio di Trento.
Sono cinque le nuove sale che ripercorrono la storia dell'archeologia del territorio regionale. I reperti ricostruiscono la vita degli insediamenti pił antichi partendo da 13.000 anni fa per arrivare fino al VI sec. d.C.
Il primo nucleo della sezione risale al 1853 ad opera del Conte Benedetto Giovannelli (1775 - 1846). Nel 1924 venne inaugurato nel Castello il Museo Nazionale Trentino, dove per la prima volta furono raccolti ed esposti in maniera organica molti reperti archeologici rinvenuti sul territorio. Di seguito, negli anni ottanta, la Soprintendenza archeologica presento' una selezione delle opere. Ora a conclusione di restauri, che hanno portato a norma gli impianti tecnologici delle sale, e' stata riaperta al pubblico la sezione archeologica del Museo, rinnovata e ampliata.
Completamente rivisti i pannelli ed il percorso espositivo che si sviluppa attraverso cinque sale. Le collezioni sono suddivise in tre sezioni: Preistoria e Protostoria, epoca romana e Altomedioevo.
Circa 600 gli oggetti esposti rinvenuti nel corso degli ultimi due secoli sul territorio trentino. Il percorso si sviluppa attraverso una prima parte dedicata ai cacciatori e raccoglitori del Mesolitico del VII - VI millennio a.C. per proseguire in vetrine dove sono sviluppati gli aspetti tecnologici e culturali dell'etą' del Rame. Nella sezione di epoca romana spiccano sculture in marmo e la Tavola Clesiana, la piu' importante tra le iscrizioni romane scoperte in Val di Non. Quest'ultima e' una tavola di bronzo sulla quale e' inciso l'editto dell'Imperatore Claudio del 15 marzo d.C. che riconosceva, con una sorta di condono, la cittadinanza romana alle popolazioni alpine degli Anauni, Sindoni e Tulliassi. La sezione dell'Alto Medioevo e' ben rappresentata da splendidi orecchini in oro e ametista della "principessa" di Divezzano, per susseguirsi con corredi funebri, lucerne ed altro. Il diffondersi del Cristianesimo e' testimoniato da preziose croci in lamina d'oro originariamente
cucite sul velo dei defunti dell'aristocrazia longobarda.
La sezione archeologica culmina nella sala dove e' stato ricollocato un mosaico pavimentale del sacello dei Santi Cosma e Damiano, proveniente da Doss Trento.