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credibilità della Grecia
di Riccardo Ruggeri

da ITALIA OGGI

Mi spoglio da qualsiasi ideologia, dimentico che la nostra civiltà deve molto alla Grecia (però anche agli Egizi, ai Sumeri, per non dir all'Africa: là siamo nati), qua mi limito a mettere in fila i fatti. «Grexit» da ieri ha cambiato pelle, è evoluta in un format televisivo, sempre più simile al mitico Processo di Biscardi (idea da approfondire). L'Europa non nasce come gli Stati Uniti. Colà ci fu la rivoluzione contro gli inglesi, la guerra civile, vinse il Nord, impose le sue regole, en passant, praticò il genocidio dei nativi indiani. L'Europa non nasce come l'Urss di Lenin-Stalin. È politicamente corretto dire che Stalin, dei due, fosse il cattivo? Eppure entrambi hanno assoggettato con ogni mezzo (criminale) un centinaio di popoli, per di più un'intera classe sociale (i contadini) venne spazzata via (con genocidi vari). Oggi essere marxista-leninista è un passepartout per salotti liberal, stalinista una volgarità.

L'Europa non nasce come la Confederazione svizzera, tre cantoni (1291) impiegano 600 anni per raggiungere i 26 Cantoni attuali, senza praticare alcun genocidio, unico paese che possa dirsi liberale.

No, l'Europa nasce dalle carte, un Trattato dà origine a una figliata di Trattati subordinati, liberamente sottoscritti da numerosi Paesi (28). Alcuni di questi (19), attraverso solenni ulteriori Trattati, creano l'Euro. Nella fase di ingresso, quelli del Sud Europa (noi compresi) ne combinano di tutti i colori, in particolare falsificano i loro conti pubblici. Creano organismi di comando, dalla Commissione alla Banca centrale (Bce), con un unico vincolo, al vertice mai eletti, solo cooptati. Sono preferiti quelli che hanno frequentato certe Università, in possesso di certi Master, abbiano lavorato in ben definite società di consulenza anglosassoni, capaci di passare dal pubblico al privato con grande scioltezza.

Il caso dell'ingresso della Grecia appare subito il più sconcio di tutti. I dati economici vengono manipolati con l'aiuto di Goldman (vedi sopra), comincia la «mattanza» delle spese, tedeschi e francesi vendono loro materiale militare obsoleto a prezzi aggiornati, nel frattempo i greci ce la mettono tutta per spendere quattrini non loro, il tenore di vita aumenta, quei pochi che lavorano si affrettano ad andare in pensione, per non correre il rischio di essere (un giorno) «usurati».

In questi anni la Grecia ha ricevuto continui finanziamenti dall'Europa, certo nel 2010 ottiene pure un centinaio di miliardi, usati per restituire i debiti alle banche tedesche e francesi che hanno trasferito il debito ai rispettivi paesi (non quattrini greci quindi, ma una banale partita di giro). Al potere si succedono i due partiti storici (socialista e conservatore) entrambi corrotti, mantengono un certo tenore di vita che si regge sui debiti. Prendono continui cartellini gialli, firmano impegni, se va bene li rispettano al 30%, e se la ridono. Però, nelle élite euro-americane si decide che la colpa, chissà perché, è dell'ottusità dei nordisti a non farsi carico dei debiti greci, in nome di uno stravagante concetto di solidarietà. In questo mondo di idioti celebri emerge la figura di Obama. In attesa di passare alla storia come il peggior Presidente, continua a fare disastri, qualsiasi problema tratti (Libia, Siria, Ucraina, Isis). Ora passa il suo tempo a telefonare a tutti per invitare le «formichine» a mantenere le «cicale».

2015: vince Tsipras, cancella le poche riforme fatte, si allea con la destra Anel, quindi marxisti-leninisti insieme a destri anti immigrati della peggior specie (i sinistri sorvolano). Tsipras va a battere i pugni a Bruxelles, si scontra con tutti, pretendendo nuovi capitali, fino a quando decide di indire un referendum sulle ultime proposte della Commissione, chiedendo al popolo di votare No. Tutti i sinistri del sud si fiondano ad Atene, il No vince, feste per tutta la notte. Varoufakis, essendo il più intelligente, sapeva che il referendum avrebbe avuto una valenza politica solo se avesse vinto il Sì, intuisce il dramma, si dimette (genio).

Tsipras, il meno intelligente, va a Bruxelles offrendo un piano simile a quello che aveva proposto di bocciare, confusione generale, più nessuno si fida di lui. Stufi delle sue furbate, prima di aprire la cassa, questa volta, gli impongono di trasformare in leggi gli impegni. Ieri mattina, si è firmata una bozza di accordo per riprendere le trattative. Siamo in pieno Processo di Biscardi, e non ci sono ancora le «bbombee di Mosca!».

Cosa ci ha insegnato il caso Grecia? Che la Grecia è fallita, non solo tecnicamente, ma pure come credibilità. Che un marxista leninista può fare l'economista salottiero, ma non governare. Che la governance dei 19 non funziona. Che l'Euro non pare avere un futuro. Che i 19 premier dell'Eurozona sono degli «incapaci», nell'accezione di Renzi riferita a Letta.
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articolo pubblicato il: 14/07/2015 ultima modifica: 23/07/2015

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