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il popolo per i radical chic
di Riccardo Ruggeri

da ITALIA OGGI

Qualche anno fa, Virginia (la prima dei miei nipotini) mi fece conoscere Ih-Oh. Per chi non è nonno o genitore, Ih-Oh è un vecchio, spelacchiato Asino di pezza, fa parte del cerchio magico di Winnie the Pooh. Come tutti i vecchi è brontolone, pessimista, depresso, all'apparenza poco intelligente, nessuno sa se sappia scrivere, però è certo che riconosce la lettera «A». Perde spesso la sua lunga coda, che il Gufo (si chiama Uffa) la scambia ogni volta per una corda di campana, tanto poi gliela riattaccano con un chiodino. Come richiesto dalla sua onomatopea, l'Asino si chiama in italiano Ih-Oh e in inglese Eeyore, il suono del suo raglio nelle rispettive lingue. La frase topica di Ih-Oh è «non date la colpa a me se poi piove».

Occupandomi di leader mi succede spesso di utilizzare, nei miei appunti segreti, il termine Ih-Oh per connotare personaggi della politica, dell'economia, della cultura, che a volte hanno comportamenti riconducibili a questo meraviglioso Asino, che sarà pure di pezza, ma sembra noi. Questa settimana Ih-Oh tocca a Silvio Berlusconi e a Paul Krugman.

Berlusconi, nei suoi ultimi sogni di grandezza, convintosi di essere un Whig, un Lincoln senza barba, di abitare in Wisconsin, e non in Brianza, aveva appena dichiarato, urbi et orbi, di voler fondare l'italico Grand Old Party (il Gop, cioè il Partito Repubblicano americano), farlo nascere dalle ceneri di Forza Italia, dimenticandosi che, pochi giorni dopo, ci sarebbero state le elezioni comunali in Trentino e Valle d'Aosta. Queste hanno certificato, se ancora ve ne era bisogno, la sua irrilevanza sulla scena politica. Infatti i risultati lo hanno posizionato sulle percentuali di competenza (4%), non del Gop americano, ma del vecchio Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. Curioso che nessuno dei suoi consiglieri di alto lignaggio gli spieghi come lui sia ormai politicamente morto.

Nel momento in cui ha firmato il Patto del Nazareno ha ceduto al Pd di Renzi la proprietà di Fi, e il contratto di affitto della riserva di caccia del Centro Destra. Sia lui che la minoranza Pd non hanno capito l'ovvio. Il Pd di Renzi altro non è che il Rassemblement pour la République di matrice gollista (seppur retto da un lupetto anziché da un generale), un partito container che finge di essere, al contempo, socialista e liberale, in realtà né carne né pesce, che ammicca a 360°, a tutti. Passera perde tempo, così come quelli che sognano una Leopolda di destra, per opporsi a Renzi. A destra non c'è più spazio (l'ha occupato lui), e neppure a sinistra, tutto ciò che sa di sinistra ormai spuzza, ci vuole altro.

Pure Paul Krugman ha avuto una settimana difficile. La débâcle dei laburisti, sui quali lui aveva puntato tutto, è tipico dei liberal radical chic, secondo i quali il popolo è intelligente se li segue, idiota, e pure leghista/grillino/rifondarolo se no, e il disprezzo che ha, verso qualsiasi forma di liberismo che non sia quello neokeynesiano, lo ha prostrato. Dopo le successive mazzate che gli ha dato lo storico Niall Ferguson dalle pagine del Financial Times, immagino che per qualche tempo vivremo felici, senza dover essere coinvolti nelle sue noiose seghe mentali.

Gli scontri fra Krugman e i suoi nemici (tutti, salvo Piketty e altri) mi ricordano la grande guerra fra Nestlé e Nabisco che vissi, da spettatore curioso, in America negli anni '90. Chi aveva la primogenitura della caramella con il buco, la Polo della prima o la Lifesavers della seconda? Chi aveva diritto a farsi pubblicità con lo slogan «the original mint with the hole»? Sembrava una battaglia fra markettari, e invece no, perché se lo trasferiamo in termini di filosofia politica dobbiamo farci certe domande. Quanta parte ha il vuoto nella costruzione del reale? Anni fa Gillo Lipovetsky definiva la nostra l'era del vuoto, successivamente Gillo Dorfles la giudicava invece l'età del pieno. Poco so di filosofia, ma penso che entrambi non fossero in contraddizione.Comunque, non ci conterei troppo di esserci liberati di Krugman, e dei suoi ragli, ha molte vite, tornerà. Nel frattempo, rilassiamoci.
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editore@grantorinolibri.it

articolo pubblicato il: 18/05/2015 ultima modifica: 27/05/2015

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