L'onorevole è uomo di grande vedute, aperto e rispettoso delle opinioni altrui, quando, naturalmente, coincidono con le proprie.
Molto democratica la sua uscita sulle risposte di Buttiglione ai deputati europei. L'onorevole, dopo aver affermato che l'interpretazione del cattolicesimo del mancato commissario europeo "va rispettata finché rimane nella sfera privata, non pubblica, né tantomeno politica", dichiara di avere "stima e rispetto per quei religiosi e quei credenti che dedicano gran parte del proprio tempo nel sociale, impegnati nel movimento per la pace...".
Nel breve spazio delle poche righe apparse il 19 ottobre sul Corriere della Sera, l'onorevole riesce ad esprimere apparentemente due tesi opposte, quella del laico che vorrebbe che la religione rimanesse su di un piano strettamente privato e quella del cattocomunista (anche se, ad onor del vero, l'onorevole si dichiara non credente) che distingue tra cattolici buoni e cattolici oscurantisti.
In realtà non si tratta di un'apparente contraddizione, ma della sintesi di un pensiero coerente, quello di stretta osservanza veteroleninista che vedeva i progressisti borghesi utili alleati della causa rivoluzionaria se e quando fossero serviti. Ottime le marce e le bandiere pacifiste, ma per cortesia, direbbe l'onorevole, tenetevi per voi le vostre credenze e le vostre superstizioni...
L'onorevole non è nuovo a certe simpatiche uscite. Senza voler qui comporre un "onorevolegio" - il materiale non mancherebbe - basta citare quanto dall'onorevole è stato affermato in una dolce sera romana, seduto ad un tavolo di un adeguato ristorante: "Se la politica non fosse così degradata, io di certo non sarei un dirigente. Sarei un docente di formazione professionale a 1350 euro al mese" (Il Riformista, 14/9/04).
Oltre agli utili cattolici progressisti, nella visione politica dell'onorevole ci sono anche gli utilissimi elettori sfigati che tirano avanti alla meno peggio mentre l'onorevole siede profumatamente pagato sugli scranni di Strasburgo e profumatamente pagando ai tavoli dei ristoranti alla moda.
Potremmo mettere in palio 1350 euro, lo stipendio dello sfigato professore, per chi indovina il nome dell'onorevole.
Ma non vale nemmeno la pena di sapere di chi si tratti.