Se c'è qualcuno che riesca in questi giorni a capire e prevedere con esattezza quel che
accadrà nella politica italiana da qui ai prossimi, diciamo così, tre mesi, alzi subito la
mano. Ormai l'incertezza è massima e basterebbe un sia pure piccolo errore di
valutazione da parte dei capi dei partiti per provocare conseguenze
gravissime. Tutti stanno fermi in attesa non si sa di che. La maggioranza e il
Governo volevano approvare definitivamente e subito la nuova legge sulle
intercettazioni telefoniche, ma sembra proprio che non sia aria. Fini permettendo si
ricomincerà, a parlarne, forse a settembre. Berlusconi è sempre più irritato e dice che
non gli lasciano fare niente. E' in contraddizione con se stesso perché il Governo, a
suo dire, ha fatto tante cose, a cominciare dalla crisi economica superata (?)
brillantemente rispetto ad altri Paesi.
Chi dirige l'orchestra oggi come oggi è proprio il presidente della Camera che è
sollecitato dalle opposizioni a rendere dura la vita politica a Berlusconi pur non
avendo nel partito cui è approdato ultimamente un seguito personale di rilievo. Ha
perso per strada i suoi " colonnelli" , ma ne ha subito creati altri forse meno
agguerriti dei vecchi sodali del MSI. Bersani, pur di far cadere Berlusconi, sarebbe
pronto ad allearsi anche con Fini, ma c'è il dubbio che possa farlo con un partito
zeppo in grandissima parte di ex comunisti, pronti a linciarlo, politicamente
s'intende, se si azzarda a passare dalle mezze parole anche ai mezzi fatti. L'unico
ad avere i piedi per terra ( ed a puntare tutto e solo sul federalismo) sembra essere
Umberto Bossi. Pare impossibile, ma il vecchio alleato padano riesce sempre a
calmare il Berlusconi con argomenti concreti: gli italiani - gli ha detto - vogliono
continuare ad essere intercettati mentre parlano al telefono? Bene, lasciali stare,
almeno qualcuno ogni tanto li sta a sentire.
articolo pubblicato il: 21/06/2010