A bocce ferme, come dicevano i popolani del tempo che fu, si può dire che probabilmente nessuno, nell'entourage di Berlusconi, immaginava che, dopo sedici anni, o giù di lì, un referendum raggiungesse il quorum, così come è effettivamente avvenuto.
Adesso in molti dicono che l'invito di Berlusconi ad andare al mare riecheggiava quello analogo di Craxi e si augurano che la fine sia più o meno la stessa. Craxi, in realtà, non voleva il nucleare, perché era legato, si dice, ai grandi produttori di gas naturali e, di conseguenza, non fece nessuna propaganda in favore del nucleare. L'invito ad andare al mare era la risposta snobistica alle domande dei giornalisti, più o meno come lo spocchioso "Passami l'olio" indirizzato ad un commensale mentre un giornalista gli faceva una domanda di politica interna.
Se Berlusconi avesse invitato gli italiani ad andare a votare "no" la sua sconfitta sarebbe stata ben più netta e più chiara; non ci sarebbe stato un Cicchitto pronto a dire che gli elettori del PDL avevano libertà di coscienza e che non c'è stata quindi sconfitta del PDL.
Il PD aveva paura che il quorum non fosse stato raggiunto ed è per questo che nei giorni precedenti la consultazione referendaria i suoi esponenti si affannavano a dire che non si trattava di un voto politico, salvo poi accarezzare l'idea di una mozione di sfiducia in Parlamento proprio in seguito ad un referendum "non politico". C'è voluto Di Pietro per riportare, almeno per ora, il PD con i piedi per terra: una mozione di sfiducia non farebbe che compattare la maggioranza, come è già successo nell'autunno scorso.
A bocce ferme che altro si può dire, se non che, onestamente, dei due quesiti sull'acqua chi scrive non ci ha capito molto; speriamo che il settore pubblico trovi le risorse necessarie per costruire gli acquedotti e che l'acqua non venga più sprecata in percentuali allucinanti come accade in Sardegna.
"La Folla del XXI Secolo" non si è lanciata nella campagna referendaria, né a favore né contro il nucleare, quindi, a bocce ferme, possiamo tranquillamente affermare che l'Italia oggi come oggi è enormemente dipendente dall'estero per l'energia. In futuro si spera che qualcosa cambi.
articolo pubblicato il: 15/06/2011