L'edizione on-line del Corriere della Sera si preoccupa di avvertire che i propri sondaggi non hanno una valenza scientifica ed è ovvio che sia così perché non si tratta di un campionario scelto su base statistica ma di lettori che volontariamente rispondono ai questionari.
Se, comunque, un certo peso si volesse dare all'opinione dei lettori di quello che probabilmente è il sito più visitato d'Italia, ne emergerebbe, in realtà ne emerge, l'immagine di un Paese completamente diverso da quello dell'idea che se ne potrebbe fare, e se ne fa, seguendo i programmi televisivi degli orari nobili.
Esattamente da quarant'anni a questa parte, l'egemonia culturale e artistica è stata quella di un ideologismo che dopo gli anni di piombo è approdata al buonismo veltroniano.
I risultati dei sondaggi, invece, del Corriere della Sera vanno sempre rigorosamente nella direzione opposta a quello che ci si potrebbe aspettare.
Nei salotti televisivi assistiamo alle elucubrazioni di maîtres à penser che vedono un'Italia che esiste solo in qualche bar alla moda dove i soliti noti si citano addosso pensando di vivere in una realtà fittizia.
Ma il cittadino, ogni giorno alle prese con i mille problemi, che in tante famiglie stanno diventando di sopravvivenza, la pensa in modo diametralmente opposto a quello degli intellettuali organici al sistema.
Tre anni fa scoppiò in Brasile lo scandalo del cosiddetto "mensalão", che si potrebbe tradurre grosso modo come "stipendione". In pratica il Governo era accusato di pagare una tangente mensile ad alcuni esponenti dell'opposizione affinché votassero a favore in alcune occasioni importanti.
A voler essere dietrologi a tutti i costi, ma la dietrologia è una forma mentis che ci portiamo dietro da quarant'anni, potremmo ipotizzare che i cosiddetti poteri forti, il Grande Vecchio, il Grande Fratello e le occulte forze della reazione paghino cospicui stipendi agli ospiti dei programmi giornalistici perché semplicemente esprimano le proprie idee; così sicuramente gli Italiani su ogni argomento la penseranno in modo diametralmente opposto.