Grande successo per il Reggio Film Festival, che ha registrato un continui
tutto esaurito con la partecipazione di un pubblico attento e preparato.
La giuria, presieduta da Davide Ferrario e composta dal docente
universitario Leonardo Gandini, da Luc Toutounghi, produttore, Marek
Skrobecki, regista d'animazione, Mario Zanot, regista e supervisiore di
effetti speciali, Marta Maffucci, scenografa, Roberta e Francesca Vecchi,
costumiste, ha visto gli splendidi cortometraggi dedicati al tema della
città. Il vincitore del primo premio è Hatch di Christoph Kuschnig, un corto
che affronta temi di estrema attualità come la maternità, l'omosessualità e
l'abbandono. La giuria ha deciso di premiare questa opera "per l'efficacia
di una storia che tratteggia la frantumazione sociale ed umana della
metropoli odierna".
Come tutti gli anni, è stata data la parola al pubblico, che poteva votare
il corto preferito.
Il Premio Giuria Popolare è andato ex-aequo a L'accordeur del francese
Olivier Treiner, uno struggente cortometraggio che ha per protagonista un
pianista che si finge cieco per trovare lavoro, e si trova suo malgrado a
vedere cose che non vorrebbe e non dovrebbe vedere; e a Groove your life di
Vincent Burgevin e Franck Lebon, un'opera divertentissima in cui un
aspirante suicida si trova ad essere accompagnato da una colonna sonora
vivente.
Inoltre, lo staff del Reggio Film Festival ha deciso di attribuire due
menzioni speciali, una al bel piano sequenza Finale di Baazs Simonyi, che
gioca fra atmosfere noir e parodia, e al cortometraggio d'animazione Dripped
di Leo Verrier, in cui un ladro che si ciba di quadri finisce per diventare
quadro lui stesso.
La giornata delle premiazioni è stata arricchita da una interessantissima
tavola rotonda sul tema di cinema e città, alla quale era presente gran
parte della giuria. E' stato possibile vedere alcuni spezzoni del film Diaz,
in cui la città di Genova è stata ricostruita a Bucarest, con innesti di
computer grafica. Si è parlato di quanto un luogo possa avere importanza per
raccontare una storia.
Molto riuscita anche la collaborazione con l'Università di Modena e Reggio.
Il laboratorio della Facoltà di Scienze della Comunicazione condotto da
Nicola Dusi e Damiano Razzoli ha fatto sì che uno straordinario gruppo di
ragazzi abbia seguito passo dopo passo lo sviluppo del festival, rendendo
partecipe il pubblico dello sviluppo dell'iniziativa, mettendo notizie e
immagini sulla pagina facebook del festival, portando opinioni, piccole
interviste, brevi recensioni delle opere. Un esperimento riuscitissimo e
estremamente al passo con le nuove tecnologie.
articolo pubblicato il: 09/10/2012