Nell’ Ottocento il salotto era il luogo privilegiato dello scambio e del confronto culturale; luogo della conversazione colta e dell’incontro mondano, diventava il passaggio obbligato nell’itinerario di ogni intellettuale, ci si confronta su attualità, politica, arte, letteratura e filosofia e ovviamente musica. Non ne sono esenti neppure i grandi autori del nostro melodramma, che a volte nel salotto possono sperimentare delle formule compositive diverse…
Divertire sé stessi e divertire gli altri, questo è da sempre stato uno degli scopi della musica. Divertire sé stessi per un compositore equivaleva a spingere il proprio linguaggio musicale in direzioni nuove, inesplorate, adottando soluzioni originali in rapporto al mondo artistico nel quale si trovava ad operare, ma anche al proprio modo di esprimersi più consueto. A volte questi esperimenti portavano a soluzioni espressive talmente interessanti che queste entravano a far parte a pieno titolo del proprio bagaglio artistico ordinario. È evidente allora quanto queste sperimentazioni fossero importanti. Allo stesso tempo, erano perciò ricerche “private”, assai intime: e non è un caso che la dimensione cameristica per voce e pianoforte fosse spesso la preferita per questo particolarissimo genere di indagini.
Ma in cosa consisteva il divertimento? La parola stessa lo dice: divergere dalle strade consuete. Ecco allora il ricorso all’ironia e allo scherzo, allo stile popolaresco, a musiche di
carattere infantile o a vere proprie bizzarrie compositive. Queste ultime sono qui rappresentate ad esempio da una delle versioni di “aria su una sola nota” di Rossini: quasi
un virtuosismo nel suo genere…
Nessuno dei maggiori operisti italiani resta indenne da simili sperimentazioni e “scherzi musicali: “si pensi il Verdi dello “Stornello”, il Puccini di “Sole e amore” (poi traslato nella sua “Bohème”) o il Mascagni di “M’ama, non m’ama”…
Un capitolo particolare è poi rappresentato dalla messa in musica di testi a volte di librettisti famosi, a volte scelti in omaggio ai padroni di casa (Pepoli - Maffei), a volte dei musicisti stessi, ma anche di testi ritenuti “sacri”, come ad esempio il verso dantesco (Donizetti), al quale i compositori si erano da sempre avvicinati raramente e con estrema reverenza.
Sala dei Lecci del Bioparco di Roma
Domenica 14 maggio ore 19:00
L’eco del Melodramma nei salotti italiani tra giochi, sperimenti e illustri librettisti
musiche di
G. Rossini, S. Mercadante, G. Donizetti, V. Bellini, G. Verdi, G. Puccini, P. Mascagni, R. Leoncavallo
Esegue:
Elvira Maria Iannuzzi , soprano
Alessandro d’Agostini, pianoforte
Programma:
G. Rossini
Mi lagnerò tacendo su una sola nota (Metastasio)
L’Invito (Pepoli)
S. Mercadante
La Stella (Mercadante)
La rosa 2:20 M. D’Arienzo
V. Bellini:
La ricordanza (Conte Carlo Pepoli)
Il Fervido Desiderio (Anoni)
G. Donizetti:
La preghiera (Donizetti)
Voix d’espoir (anonimo)
Amor c’ha nullo amato (Dante Alighieri)
G. Verdi:
Il Tramonto (conte Maffei)
Stornello
G. Puccini
Sole e amore (Puccini?)
Storella d’amore (Ghislanzoni)
P. Mascagni
M’ama non m’ama Anon.
R. Leoncavallo
L’Aprile Anna Emilia Vivanti
BIGLIETTERIA IN LOCO
I biglietti si acquistano esclusivamente in loco al botteghino dell’organizzazione, aperto al pubblico a partire da 90 minuti prima fino all’inizio dell’evento.
Intero: € 15,00
Ridotto: € 10,00 (riservato ai soci, ai minori di anni 18, agli over 65, agli studenti universitari e di conservatorio)
A cura di “Luogo Arte Accademia Musicale APS” e “APS Camera Musicale Romana”
Prenotazione vivamente consigliata.
INFO E PRENOTAZIONI: +39 333 4571245
articolo pubblicato il: 07/05/2023