Nel continuo vagare tra canali musicali (satellitari e non) si avverte, a detta di molti, una certa ripetitività, forse per mancanza di idee, forse perché i gusti predominanti della nuova generazione si accordano con tre note al sintetizzatore o un motivetto banale, facilmente orecchiabile e riproducibile. Sempre più ci si accorge poi del successo planetario di starlet come la vitaminizzata Spears, la colombiana Shakira o la caliente Lopez che più che su accordi o sperimentazioni si basano su di un bel fisico, su un'ammiccante sensualità e su sponsorizzazioni varie che spaziano da cinema, comparsate in TV ed addirittura corse di automobili. Manca un vero spirito musicale, un concepire la musica come arte e non come business. Probabilmente c'è sempre stata una commistione fra i due, ma un quid, un'emozione in più facevano capire che prevalesse sicuramente il gusto di far musica. Retoricamente parlando, oggi l'immagine conta dieci volte in più del prodotto. Aggiornarsi su filoni alternativi degli anni '90 come drum 'n bass o trip hop o riassaporare rock duro e non di tempi andati necessita di una buona dose di caffè ed insonnia perché proposti a tarda notte.
Nel panorama musicale di oggi stanno comunque emergendo nuove proposte, discutibili o meno, come il new metal di System Of A Down, o particolarissime contaminazioni di pezzi "pure rock" con motivetti rap.
Tutto ciò però rientra in un discorso globale, ossia di musica esportata in moltissimi paesi grazie al crescente progresso dei media: Internet, televisione e satelliti riescono a portare prodotti come grunge o garage, propri di una cultura occidentale, anche in località ove vigono Talmud e kibbutz.
A livello "nostrano" emergono vari gruppi nati fra i banchi di scuola, tra una versione di latino ed una partita di calcetto. Gruppi che resistono stoicamente ai prezzi sempre più alti delle attrezzature, che si sacrificano a suonare in una stanzetta senza ossigeno e con pessima acustica, perché hanno fatto della creatività, della voglia di aggregarsi, della passione per una pentatonica il loro vessillo.
Gli Aurion, "domani" in greco antico, sono proprio questo. Un gruppo heavy metal romano che ha all'attivo due cd promozionali, "Tower's Tale" e "Fragments", entrambi molto apprezzati. Ma se nel primo cd si avverte tutto ciò che può essere peculiare di una power metal band, ossia testi fantasy, dinamismo e belle linee vocali, nel secondo si ha un'evoluzione verso tocchi più aggressivi e punte progressive, nonché verso testi più introspettivi e forse, appunto, personali. La band, dopo cambiamenti vari, è giunta alla formazione di Emiliano Gabriele alla voce, Elio Di Nardo alle tastiere, Alex Von Prellwitz e Federico Bailo alle chitarre e Luca Marini alla batteria. I brani sono disponibili in versione mp3 sul sito del gruppo, www.aurionweb.com, oltre ovviamente a notizie, foto, appuntamenti.
Forse sono destinati ad un pubblico più "colto" ed esperto rispetto a quello che può essere l'odierno pubblico cresciuto a pane ed MTV, ma meritano sicuramente l'attenzione di chi mira a tenersi aggiornato sulle nuove tendenze musicali.