Qualcuno ha indicato quale sia il modo corretto per trascorrere le feste: "Il raccoglimento spirituale, farlo con tante persone non viene bene". Questo qualcuno non è il grande visionario del XII secolo Gioacchino da Fiore, né il politico cattolico integralista Gerolamo Savonarola che parla ai suoi seguaci, i cosiddetti piagnoni, nella Firenze del XV secolo. Si tratta invece di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, il quale, nella stessa occasione, ha anche affermato: ”Il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all'economia. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz'altro anche un momento di raccoglimento spirituale".
A sentire queste parole sembrerebbe quasi che a Conte il suo ruolo vada stretto ed ambisca a ben altro, forse pensa a uno di quei dittatori sudamericani di una volta che commuovevano il popolo scalzo ed affamato con i loro messaggi radiofonici in occasione del Natale, forse vorrebbe anticipare il messaggio di Capodanno del Presidente della Repubblica, di quando gli italiani, altri tempi, ascoltavano attentamente i messaggi presidenziali.
Ma forse nemmeno questo appagherebbe il nostro premier e nemmeno avere insieme l’autorità spirituale di Francesco, unita a quella di Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli, a quella di Muhammad Ahmad Husayn, Gran Muftì di Gerusalemme, e dei Rabbini Capo delle comunità più importanti. Probabilmente nei suoi sogni più segreti vorrebbe tornare al cesaropapismo teorizzato e realizzato dall’imperatore bizantino Giustiniano. Se così fosse, la sua fidanzata Olivia dovrebbe divenire la nuova Teodora, ovviamente senza averne le discutibili abitudini che Procopio di Cesarea ci ha tramandato.
Restando invece con i piedi per terra, come ha detto la senatrice Anna Maria Bernini, “Mai come quest'anno è necessario che chi può spendere dia una mano ai commercianti in crisi a causa delle chiusure anti-Covid, per cui se una raccomandazione andava fatta, era proprio quella di alimentare i consumi facendo più regali".
In questi stessi giorni in cui il futuro si sta facendo sempre più incerto per i tantissimi italiani impiegati nel commercio, nella ristorazione, nel turismo, il dibattito politico si è acceso sul caso di Ottaviano Del Turco, cui è stato revocato il vitalizio parlamentare perché destinatario di una sentenza di condanna passata in giudicato. In favore del ripristino, nonostante l’esistenza delle norme fatte approvare a suo tempo dall’allora Presidente del Senato Grasso, che costarono ben care a Berlusconi e non solo a lui, si è mosso un vasto fronte composto da politici e da giornalisti, capeggiato dalla renziana Bellanova, dai forzisti Craxi e Gasparri e dal PD Ricci, nonché da Feltri e dal direttore de “Il Riformista” Sansonetti. Tutti in attesa che il Senato cambi la norma o che il Presidente Mattarella conceda la grazia.
L’avvocato di DeI Turco ha detto: “I latini dicevano summum ius, summa iniuria”, ma, si potrebbe aggiungere, dicevano anche “dura lex, sed lex”. Sicuramente entrerà in campo Giuseppe Conte, magari con una leggina ad hoc come quella che ha salvato il padre della fidanzata dai rigori della legge penale e dalle conseguenze, non meno seccanti, della multa da pagare, che sarebbe stata molto più consistente, con la normativa precedente. “Conte troverà la sintesi”, come dice la Gruber.
“A Natale siamo tutti più buoni”, diceva la pubblicità di un panettone. Bisognerebbe che i politici lo fossero anche con coloro che passeranno le feste senza un centesimo in tasca, magari evitando le elemosine, come autorevolmente ha ammonito Draghi.
articolo pubblicato il: 15/12/2020 ultima modifica: 29/12/2020