Ai Musei Capitolini di Roma, Sale di Palazzo Caffarelli, una raffinata selezione di circa 150 opere per rivivere la magnificenza dell'antichità classica attraverso gli occhi degli artisti del Settecento, che riprodussero in marmo, terracotta, bronzo e porcellana alcuni dei più noti prototipi delle collezioni archeologiche romane e della Roma antica, in uno a quadri, acquerelli, disegni ed incisioni che illustrano l'ambiente culturale del tempo.
Un artigianato di cloni richiesti da ricchi ed esigenti turisti per appropriarsi, se così possiamo dire, di opere d'arte altrimenti non godibili se non presso i musei, od a fronte di costi non accessibili ai più per attuarne l'acquisto.
La rassegna, curata da Andreina d'Agliano e Luca Melegati in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, è organizzata da Zètema Progetto Cultura e permette di ammirare le opere di validi restauratori e scultori, quali ad esempio Luigi Valadier e Francesco e Luigi Righetti: del primo ricordiamo 'Venere Callipigia' e 'Apollo del Belvedere', in bronzo, dalla fusione perfetta e particolarmente raffinata nella lucentezza della patina, mentre dei Righetti 'Il Toro Farnese', raffigurante il supplizio inflitto a Dirce, figlia del Sole, 'Bacco ed Arianna', copia del gruppo marmoreo omonimo della raccolta Smith Barry ed oggi al Museum of Fine Arts di Boston, 'Laocoonte', una delle opere dell'antichità riproposte più copiosamente; da ultimo 'Flora Farnese', una riduzione in bronzo dorato di soli 35,5 cm. della colossale statua in marmo della collezione Farnese.
Quindi piatti, zuppiere, déjeuner, candelieri in porcellana policroma della Real Fabbrica della Porcellana di Napoli, preziosi biscuit della Manifattura Volpato di Roma, fra cui ricordiamo 'Apollo e le nove muse', il 'Fauno Barberini' e 'Due figure allegoriche di fanciulli', dal significato allegorico erotico-amoroso.
Le porcellane italiane sono inoltre testimoniate da riproduzioni della Manifattura Ginori di Doccia, fra le quali citiamo 'Arpocrate', dio del silenzio, 'La Pudicizia', da un esemplare del I secolo d.C., già in collezione Mattei, e 'Venere dei Medici', il cui originale è stato considerato per secoli uno dei capolavori dell'antichità.
Sempre in ambito scultoreo, ricordiamo anche opere di Bartolomeo Cavaceppi e Giacomo Zoffoli, mentre nell'ambito della pittura e della grafica citiamo due incisioni su carta, 'Le Grazie' , di Domenico Marchetti e Giovanni Tognoli, alcuni oli di Giovanni Paolo Panini, 'Giove sedente', acquaforte e bulino di Tommaso Piroli; fra gli arredi, mobili ed argenti, ricordiamo Giuseppe Boschi, Clemente Ciuli, Antonio Caravaglia e Paul Starr, il più importante argentiere dell'epoca Regency, presente con un 'Rinfrescatotio per vino' la cui forma ricorda quella della hydria greca.
Completa la rassegna un prezioso volume edito da SilvanaEditoriale, di grande formato, con la riproduzione delle opere in uno a saggi di Alvar González-Palacios, Francesco Paolo Arata, Luciana Arbace, Andreina d'Agliano e Luca Melegati, già citati, Paola Giusti, Piero del Negro.
'Ricordi dell'antico. Sculture, porcellane e arredi all'epoca del Grand Tour', ai Musei Capitolini di Roma sino all'8 giugno p.v. con i seguenti orari:
dal martedì alla domenica ore 9,00-20,00; chiuso lunedì e 1° maggio. La biglietteria chiude alle ore 19,00.
Biglietteria: unico integrato comprensivo di ingresso ai Musei Capitolini e alla Mostra: € 8,00 intero, € 6,00 ridotto. Solo Mostra € 4,50 intero, € 2,50 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.