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cinema
"300"
di Franco Olearo

USA 2007
Regia:
Zack Snyder
Durata: 117'
Produzione: Warner Bros. Pictures, Hollywood Gang Productions, Atmosphere Entertainment NM, Legendary Pictures, Virtual Studios
Sceneggiatura: Zack Snyder, Kurt Johnstad, Michael Gordon tratto dall'omonima graphic novel di Frank Miller
Interpreti: Gerard Butler, Lena Headey, David Wenham, Dominic West
Genere: Drammatico

480 a.c. il re persiano Serse decide di conquistare la Grecia. Un pugno di 300 opliti persiani, guidati dal loro re Leonida, cerca di rallentare l'avanzata dell'esercito nemico bloccandolo al passo delle Termopili. Intanto a Sparta la regina Congo cerca di convincere i senatori della città ad andare in soccorso di suo marito...

Quando uscì Sin City nel 2005 fummo concordi con il giudizio dei più nel riconoscere la perfetta resa grafica del mondo dei fumetti di Frank Miller ma al contempo sottolineammo il cupo pessimismo della storia dove per i protagonisti lo stesso vivere era una forma di condanna.

Adesso con 300, l'altra importante graphic novel dello stesso autore, ci ritroviamo a riconoscere l'eccezionale messa in scena dell'epica che vuole esprimere questa storia (ben nove società di conputer grafica, sparse su diversi continenti, sono state impegnate a "costruire" le immagini del film).

Ma se già nel precedente Sin City i protagonisti si muovevano con crudeltà in base a motivazioni esclusivamente interiori, senza attendersi nessuna ricompensa morale o materiale, qui Leonida e i suoi 300 opliti forgiati fin da fanciulli, secondo le regole di Sparta (tutta la prima parte del film è dedicata a come l'adolescente Leonida viene addestrato a diventare una perfetta macchina da guerra) vanno incontro impavidi al loro destino senz'altra curiosità di sapere se è già nato l'avversario in grado di sopraffarli.

Se i primi uccidevano e si vendicavano senza pietà dato che lo loro condanna era scontata, i secondi infieriscono sui nemici feriti perché sono "altro" da loro e comunque il loro dovere li porterà a morire di lì a poco.

La sceneggiatura ricalca fedelmente il testo della graphic novel (alcuni dialoghi sono rimasti addirittura identici) ma viene aggiunto (giustamente) un sub-plot relativo alla regina Congo che, rimasta a Sparta, deve affrontare da sola gli avversari interni di suo marito per convincere il senato a inviare truppe di rinforzo. Viene alleggerito in questo modo il testo originale, che si concentrava (noiosamente) sulle varie giornate della battaglia.

Alcuni critici hanno sottolineato possibili riferimenti politici in sostegno di Bush per la guerra in Irak (quella che un tempo era la Persia). Se è indubbio che il film è uscito in giorni in cui questo tipo di dibattito è particolarmente vivo, occorre notare come l'idea originale di Frank Miller risalga a quando, da ragazzo, andò a vedere il film L'eroe di Sparta (The 300 Spartans del '62) e che infine la mise su carta nel 1998 con cinque album mensili con il titolo di I 300.

In realtà né la storia passata né quella contemporanea hanno interessato l'autore di ieri e il regista di oggi: ciò che conta è il gusto estetizzante di un combattimento con lancia e scudo ripreso al rallentatore, i busti scolpiti, come in una statua greca, dei combattenti spartani; il controluce di cento lance puntate contro il nemico, il mare in tempesta dove le navi persiane affondano miseramente, il cielo oscurato da mille e mille frecce.

La ricerca della resa grafica è così estrema, da potersi concludere che la violenza di per se non è violenza tanto le immagini sono poco realistiche ma si riferiscono invece a un mondo epico lontano e astratto (sottolineato da riprese con colori supersaturi e da una colonna sonora oltremodo suggestiva).

In realtà è questo il punto: come nei video giochi, siamo qui portati a vivere in un mondo surreale dove la violenza è bella e come in una discoteca, la musica, sempre ad alto volume, ci produce un effetto di stordimento. Anche i titoli di coda sono supportati da un'animazione grafica tutta incentrata sull'estetica del sangue che schizza dalle ferite.

In conclusione, se una persona matura può filtrare criticamente gli effetti di una tale opera, i più giovani potrebbero venirne suggestionati negativamente.

(per gentile concessione di www.familycinematv.it)

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