E' diventato di moda. Fino a non molto tempo fa era il corpo della donna che era usato come réclame pubblicitaria. Oggi, seguendo la pazza strada dell'uguaglianza in tutto, che tante volte si risolve nell'uguaglianza negli aspetti peggiori, è anche quello dell'uomo. Così o di più di quello della donna. Per la festa di molte, per l'invidia di altri, per il guadagno di alcuni.
Di tutte le categorie professionali, sembra essere quella dei pompieri quella che più si addice alla muscolatura, ai bicipiti potenti, ai pettorali d'atleta di stadio greco. Con il fine di raccogliere fondi per partecipare a tornei sportivi o, a volte,con un proposito meramente rivendicativo, i vigili del fuoco spagnoli hanno preso gusto ad accendere passioni, mostrando scampoli, o piani interi, di solida anatomia.
Non c'è niente di male nel corpo. Il cristianesimo è una religione del corpo. Anche il corpo umano, e non solo l'anima, partecipa alla dignità dell'immagine di Dio. Nell'omelia della messa in occasione del restauro degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, il Papa Giovanni Paolo II aveva detto: "La Cappella Sistina, se così si può dire, è esattamente il santuario del corpo umano". Ed aggiungeva:"nell'ambito della luce che proviene da Dio, anche il corpo umano conserva il suo splendore e la sua dignità. Se lo si separa da questa dimensione in un certo modo si converte in oggetto che con facilità si svilisce, ma solo davanti agli occhi di Dio il corpo umano può rimanere nudo e scoperto, conservando intatto il suo splendore e la sua bellezza".
Se si prescinde dalla luce di Dio, la bellezza del corpo è una bellezza minacciata. Il corpo può convertirsi facilmente in oggetto, in mercanzia, riducendo la propria dignità. Laddove la luce di Dio è sostituita da altre luci, meno divine, per proteggere questa bellezza minacciata si distendono i veli del pudore, dell'onestà, della modestia. Veli che servono a proteggere, a preservare l'intimità della persona. Ci sono territori che non devono trasformarsi in strade in cui tutti possono transitare, ma devono rimanere come giardini privati, raccolti, che resistono all'essere calpestati.
Esiste, nonostante le differenze culturali, un pudore del corpo quasi naturale, una rinuncia ad esibire quello che solo appartiene a noi e che si dovrebbero condividere unicamente in un contesto di dedica, di mutuo dono, di autentica relazione amorosa.