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speciale la morte di Christopher Reeve
il coraggio di un uomo
di Javier Olivares Tolosa

Nel ricordo di varie generazioni e di praticamente tutti gli appassionati di Superman, avrà sempre un posto privilegiato l'uomo che ha incarnato quattro volte per il grande schermo il mitico supereroe. Un uomo che è riuscito ad interpretare un Superman assolutamente fedele ai comics dell'epoca (in quei momenti non ci trovvamo ancora nella pre-crisi) e che nonostante la sua filmografia posteriore non ha mai smesso, né smetterà, di essere identificato come Superman, nel bene come nel male.

Evidentemente stiamo parlando di Christopher Reeve.

Ma da dove veniva Reeve? In qual modo la produttrice lo ritenne adeguato per il ruolo che gli avrebbe dato la fama ed il personaggio per il ricordo? Quale era stata e quale è stata il suo percorso professionale prima e dopo di Superman?

Christopher Reeve nasceva un 25 settembre del 1952 nella Grande Mela, New York. Suo padre, FRanklin, era professore, romanziere e traduttore e sua madre, Barbara, giornalista. Reeve, nonostante ciò, si volse presto sulla via della recitazione. A 15 anni fece un'apparizione nel Festival di Teatro di Williamston e da allora non si fermò più. Alternava i suoi studi preso la Pinceton Day School alla partecipazione in una compagnia teatrale professionistica, alla passione all'hockey su ghiaccio ed alla musica, dato che cantava anche in un coro e faceva da aiutante del direttore dell'orchestra della scuola.

Dopo essersi diplomato, ebbe una stagione di viaggiatore errante per tutta l'Europa e l'America, accettando i ruoli teatrali che gli si presentavano e facendo esperienza. Il teatro fu senza dubbio la sua principale occupazione e vanno sottolineate, tra le molte opere che lo videro protagonista e comprimario, The Irregular Verb to Love e A Matter of Gravity, nella quale partecipava come secondo attore accanto a Katherine Hepburn. Prima Reeve aveva ottenuto una certa popolarità incarnando un ruolo in una teleserie, Love of Life, nella quale interpretava un giovane malvagio. Dopo di questo, gli arrivò l'opportunità di presentarsi al casting per Superman.

Con parole dello stesso Reeve in un'intervista concessa poco prima che fosse girato Superman The Movie, "ci sarà molta vita dopo Superman". Certamente. La carriera professionale di questo giovane attore non cominciava né terminò con la sua interpretazione di Superman. Certamente. La carriera professionale di questo giovane attore non cominciava ne terminò con la sua interpretazione di Superman. Reeve aveva 24 anni quando ottenne il ruolo di Superman, un parte che conseguì con una durissima competizione, dato che al casting si erano presentati migliaia di candidati. Il direttore del progetto, Richard Donner, insistette nel volere un attore "sconosciuto" al pubblico oer riaffermare la verosimiglianza del film, e Reeve aveva lavorato soprattutto in teatro e in TV, ma era un volto praticamente nuovo per il grande schermo. Telefonarono a Reeve a Broadway, dove si trovava ad interpretare una commedia e Christopher volò a Londra, dove fece il provino negli studi Shepperton... e fu Superman dal primo istante in cui Donner gli dette i suoi occhiali perché se li provasse. Sulla strada dell'aeroporto, l'autista che lo accompagnava gli disse: "Non lo sa? Lo hanno preso. Lei è Superman.

E in che modo questo è sicuro. Christopher Reeve realizzò una magnifica interpretazione dell'Uomo d'Acciaio, e di Clark, doto che in quei momenti i due personaggi erano come il giorno e la notte, così che Reeve dovette sforzarsi per preparare l'impostazione delle due interpretazioni. Per lui Clark risultava più facile da interpretare per "esserci più profondità in questo personaggio". Ma la sua preparazione per Superman fu oltre a quella esclusivamente interpretativa; Reeve non si sentiva abbastanza in forma per incarnare il supereroe, così che, agli ordini di un allenatore personale, si allenò duramente correndo, facendo pesi, nuoto e con una rigida dieta di proteine. Guadagnò più di 15 chili di muscoli, una esigenza fondamentale per vestire adeguatamente l'abito di Superman.

E' superfluo dire che Superman: The Movie dette a Reeve la fama internazionale. Il sequel, girato contemporaneamente, fu un altro successo pieno e la gente iniziò ad identificare quest'uomo con il suo personaggio. Per Reeve era molto importante evitare l'identificazione: "Progetto di passare il resto della mia vita come un attore che lavora, non come il tipo che una volta interpretò Superman..."

In effetti, la carriera di Reeve non si esaurì in "Superman II"; dopo di questa vennero le sue interpretazioni in Qualche posto nel tempo (1980), Monsignore (1982) e Trappola mortale (1982). Nel 1983 Reeve tornava a calzare gli stivaletti rossi in Superman III, con il quali la sua identificazione nel ruolo si consolidava. Nessuno poteva sostituire Reeve nel ruolo, se si voleva che la pellicola riuscisse bene. Nel 1984 seguì I Bostoniani, poi L'aviatore (1985), Anna Karenina (1985) e di nuovo Superman in Superman IV, che sarebbe stato l'ultimo ed il peggiore dei quattro film di Superman. Reeve in questo contribuì al soggetto.

La filmografia di Reeve continua in questo modo: Street Smart (1987), The Great Scape II (1988), Switching Chanels (1988), La Rosa e lo sciacallo (1990), Bump in the Night (1991), Mortal sins (1992), Noises Of (1992), The Remains of The Day (1993, che gli varrà la nomination all'Oscar), Morning Glory (1993), Il lupo di Mare (1993), Peccati Mortali (1993), Speachless (1994), Good Men and Bad (1994), Blood Horse (1994), le sue interpretazioni in Black Fox durante il 1995, Above Suspicious (1995) e Villaggio dei dannati, quella che sarebbe stata la sua ultima pellicola prima della tragedia.

Perché nel 1995 la vita di quest'uomo di 43 anni si trovò tristemente cambiata. Reeve, amante dello sport, praticava spesso l'equitazione, anche a livello agonistico. Nel maggio del 1995 pativa una caduta da cavallo in cui si lesionò la spina dorsale. I medici fecero per lui il possibile, ma il risultato fu inevitabile e terribile. Christopher Reeve divenne tetraplegico, condannato ad una sedia a rotelle e all'immobilità del corpo eccetto la testa, senza nemmeno il controllo dei movimenti respiratori, per cui doveva restare connesso ad un respiratore artificiale. La sua famiglia gli rimase accanto, sua moglie Dana, con la quale si era sposato nel 1992, ed il figlio di entrambi, Will. Ma Reeve giunse a perdere la voglia di vivere (e chi no?).

E a questo punto si potrebbero ascoltare le note della stupenda melodia di John Williams, perché in una così terribile avversità Christopher Reeve lasciò appeso nell'armadio il costume ed il mantello per trasformarsi in un vero Superman, un Superman con voglia di vivere e che decise di consacrare la propria vita alle persone come lui, perché avessero una vita degna, lottando per sperimentare su di sé qualsiasi tipo di terapia che favorisse la possibilità di recupero, combattendo per la ricerca sulle cellule madre e per i diritti di tutti i disabili. Reeve si stracciava la camicia davanti alla disgrazia e vedevamo nuovamente lo scudo sul suo petto. Creò la Christopher Reeve Paralysis Foundation e non smise mai di lottare. Scrisse una biografia, Still Me, la cui trasposizione su disco gli valse il Grammy per il miglior album parlato del 1999, e nel 2002 pubblicò un altro libro: Nothing is Impossible; Reflections of a New Life; continuando a lavorare al cinema e in televisione come regista, produttore esecutivo ed attore; nel 1996 girava A step toward tomorrow; nel 1997 In The Gloaming e nel 1998 la versione del classico di Hitchcock La finestra sul cortile. Pr questo ruolo ebbe una nomination ai Globi d'Oro. E' inoltre intervenuto in due episodi della serie Smallville come cameo: La stele di Rosetta, il 17simo della seconda serie e Il Legato, 17esima della terza. In ambiedue interpretando il Dr. Virgil Swann, uno scienziato ricchissimo che scopre un messaggio cifrato di Krypton e trova Clark per aiutarlo. Un esempio di superamento da seguire da tutti coloro che abbiano patito una simile disgrazia ed un uomo ammirevole per tutti.

Se ne è andato il 10 ottobre scorso (era nato il 25 settembre del 1952), senza che si compisse quanto diceva: "Nei miei sogni sto in una barca a vela..."

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